A una settimana esatta dall'incontro organizzato dall'amministrazione comunale sul tema delle affissioni dei manifesti funebri e sulla corresponsione del diritto d'urgenza, il Consiglio comunale ha affrontato il tema nella seduta di martedì a seguito di un'interrogazione presentata da Antonio Satta.
«Oggi – ha dichiarato l'esponente di Zente Nova – la ditta concessionaria del servizio si è rifiutata di attaccare i manifesti di quell'impresa che è andata a somministrare il lavoro perché pretendeva il pagamento anticipato del diritto d'urgenza da parte della famiglia del defunto. E siccome si tratta di un pubblico servizio, invito la Giunta a prendere provvedimenti perché azioni come queste presuppongono anche la risoluzione del contratto. È una cosa che ha preteso, discriminandola, solo a questa tipografia. Esistono altre sedi per affrontare la questione».
Continua quindi il braccio di ferro tra la Arti grafiche e la C&C sul tema del diritto d'urgenza. Diritto che, per l'assessora del Bilancio Paola Pipere, «si deve pagare». «Questi diritti – ha proseguito l'esponente della Giunta Farris – sono dovuti, ma con notizie false è stata fomentata la popolazione. La legge è chiara e io penso che sia l'unica in Italia di facile interpretazione: dice che i diritti di affissione si pagano con la riduzione del 50% per quanto riguarda le affissioni mortuarie e che i diritti d'urgenza devono essere corrisposti nel momento in cui viene offerto il servizio».
Ma è sulla lettura dell'articolo 22.9 del decreto 507/93 che si è animato il dibattito. Per l'assessora il diritto d'urgenza scatta «nel caso in cui l'affissione di manifesti recante annunci mortuari sia richiesta per il giorno in cui è stato consegnato il materiale da affiggere, o entro un giorno, o nelle ore notturne dalle 20 alle 7 o nei giorni festivi».
«È chiarissima – ha aggiunto Pipere dopo aver letto la disposizione – e io non capisco il perché, invece, sia stata fomentata la popolazione contro l'amministrazione e la ditta appaltatrice dicendo che era giusto non pagare il diritto d'urgenza».
«È una cosa grave – queste le parole di Satta – che si falsi l'articolo. In realtà il 22.9 dice altro. Tu hai parlato di affissione mortuaria e non c'è traccia di ciò nell'articolo citato. Sono rimasto basito, così esplicita non l'avevo mai letta».
In riferimento al passaggio sulle «affissioni di contenuto commerciale» è intervenuta anche la segretaria comunale Anna Bonu indicando in ciò «l'attività commerciale» di chi stampa il manifesto e non il messaggio veicolato. Ma per Satta «la giurisprudenza dice che i manifesti funebri non rientrano nella pubblicità. Solo il Comune di Siniscola nel circondario, anche tra quelli che superano i tremila abitanti, fa pagare questo diritto».
In merito alle strisce “affissione abusiva”, l'assessora ha giustificato l'azione della C&C sostenendo che «la società ha voluto dare un segnale forte per tutelare anche le altre tipografie che invece sono in regola e pagano ciò che è dovuto. Chi non paga ciò che è dovuto fa concorrenza sleale».
«Ma le tipografie non sono gli esattori della C&C – ha aggiunto Nino Fronteddu –. L'incaricato è la concessionaria, se li andasse a cercare lei i soldi anziché far diventare agente contabile chi non lo è».
Ribadita da Pipere la volontà manifestata dall'amministrazione di «sospendere temporaneamente l'affissione delle bande». Bande che, secondo Satta, richiamano questioni differenti dal diritto d'urgenza: «L'articolo 24 del decreto è riferito al mancato pagamento dei tributi pubblicitari». «Ma il diritto è dovuto – ha ribadito l'assessora condannando l'azione del tipografo obiettore –: si vada in commissione tributaria, sia il giudice a pronunciarsi». «Si chieda un parere – gli ha fatto eco Satta – e lo si recepisca nel regolamento».
Al termine della discussione il diverbio tra il consigliere Lucio Carta e il sindaco Gianluigi Farris. Per l'esponente di Siniscola insieme, «con l'affissione di quelle strisce non si è rispettato il dolore dei familiari del defunto. Il sindaco è intervenuto quindici giorni dopo, fuori tempo massimo». Dopo aver ricordato di avere «ereditato» la concessione del servizio «dalla vecchia Giunta», il primo cittadino ha detto di aver saputo dell'affissione delle bande «a cose fatte».