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Approvato a maggioranza il regolamento sui matrimoni civili. Opposizioni critiche sulle tariffe

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Martedì pomeriggio, con i soli voti della maggioranza, è stata approvata la regolamentazione delle celebrazioni dei matrimoni civili. Tredici gli articoli attraverso i quali vengono disciplinati i luoghi, i giorni, gli orari, l'organizzazione del servizio, i costi, la destinazione dei proventi, gli allestimenti, l'ausilio di un interprete e il matrimonio su delega di un altro Comune.

L'argomento è stato introdotto da Carla Pau, capogruppo di maggioranza, la quale, dopo aver annunciato che «ci sono giunte numerose richieste di matrimonio in località diverse dalla casa comunale», ha ricordato il cambio di normativa che permette tali celebrazioni in altri luoghi. Annunciate «adeguate forme di garanzia degli spazi» attraverso la «possibilità di imputare eventuali danni agli sposi».

Ribadita da Pau la «gratuità del servizio negli orari di lavoro e all'interno sede comunale. Per tutti gli altri casi – ha proseguito – è previsto il pagamento di tariffe che saranno stabilite dalla Giunta. I lavoratori degli uffici anagrafe e stato civile dovranno fare gli adempimenti necessari fuori dall'orario di lavoro».

Sul punto sono intervenuti i rappresentanti delle opposizioni, manifestando i dissensi che sono poi culminati nell'astensione. Gli eletti delle minoranze hanno chiesto di imporre agli interessati la sola condizione di restituire i luoghi «così come sono stati consegnati». «Impossibile», secondo Franca Pau e Antonio Bidoni «un'analisi obiettiva senza la specificazione delle tariffe». Antonio Satta ha fatto riferimento al contratto collettivo nazionale di lavoro («Per i funzionari comunali è previsto uno straordinario») e al concetto di «self promotional marketing» («Sono i matrimoni che valorizzano il territorio, perché far pagare?»). «Io ci andrei cauto», ha dichiarato Lucio Carta. «È una tassa sul matrimonio», ha aggiunto Nino Fronteddu.

Il vicesindaco Marco Fadda e il presidente del Consiglio Luigi Flori hanno parlato di «rimborso spese». «Ai residenti faremo pagare quello che ci può costare l'addetto che viene al momento a presenziare», ha aggiunto il sindaco Gian Luigi Farris.

Oltre alla Sala Consiliare ci si potrà sposare presso i locali e la piazza dell'ex mercato, l'ex municipio di via Sassari con “Sa Corte Cumonale”, l'ex casello del Genio civile e l'Ufficio portuale a La Caletta, Santa Lucia (biblioteca e piazza antistante, torre aragonese, Ceas) e Capo Comino (vecchio faro). Previsti anche «altri locali e/o spazi idonei di proprietà comunale e/o in concessione, deputati, con atto della Giunta Comunale, ad Ufficio distaccato di Stato Civile con carattere di continuità. Per il litorale previo conseguimento delle autorizzazioni degli enti competenti».

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