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"Prusu a fundu", una mostra sui Kenze Neke dal 14 aprile al 22 giugno a La Caletta

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L'incedere punk del pezzo "Prusu a fundu", duro e diretto, martella dentro la testa degli affezionati della prima ora. I Kenze Neke inserirono la canzone tra le nove composizioni del demo tape d'esordio "Chin sas armas o chin sas rosas", nel 1990. Quattro anni più tardi, la stessa traccia (ma suonata dal vivo) fece parte della compilation "Fabbrika bulloni", raccolta autoprodotta con all'interno gruppi del calibro di Punkreas, Contropotere, Ulcera e altre realtà del punk italiano dei primi anni '90.

"Prusu a fundu", oggi, è anche il titolo della mostra organizzata dall'associazione "mOvimenTa!" e che sarà allestita a La Caletta (presso i locali del pub La Colmena) da sabato 14 aprile (inaugurazione alle 19 con aperitivo e Angus djset) a venerdì 22 giugno. Una mostra nella quale si rivivranno le emozioni di un tempo dove la musica non poteva essere dissociata dal suo supporto fisico: al giorno d'oggi è sufficiente un collegamento alle piattaforme internet multimediali, ma in quel periodo non si poteva fare a meno dei compact disc, dei vinili, delle musicassette. Né si poteva rinunciare alle copertine degli album, specie se nel formato più grande dell'Lp. E per i concerti tenutisi un po' dovunque (Sardegna, Italia, Europa)? Spazio ai soli poster e alle locandine: nessun evento Facebook era immaginabile.

Tutto questo materiale sarà esposto per celebrare l'intensa attività del gruppo fondato quasi trent'anni fa da Enzo Saporito e Sandro Usai. Una band che ha saputo coniugare l'amore per i Clash con la necessità di contaminare stili musicali differenti; il recupero della lingua sarda con un messaggio impegnato a favore degli ultimi di qualsiasi latitudine; il sogno di una Sardegna indipendente con la prospettiva internazionalista ben raffigurata dalle bandiere che compaiono nella copertina di "Naralu! De uve sese" del 1992.

«Sarà un'esposizione che non esclude nuovi innesti», come dichiarato da Fabio Carta, manager del gruppo. «Molti fan della band - ha aggiunto - custodiscono a casa loro scalette di concerti e altro materiale».

Oltre ai già citati "Chin sas armas o chin sas rosas" e "Naralu! de uve sese", i Kenze Neke hanno prodotto anche gli album "Boghes de pedra" (1994) e "Liberos, rispettatos, uguales" (1998), lo split-cd con gli Askra "Gherramus tott'impare" (1996), l'omonima raccolta del 2000 (tra le collaborazioni quelle con Picchio e Sigaro della Banda Bassotti, Francesco Di Giacomo, Lalli), il doppio live "Artziati entu" registrato a Solarussa nel 2006.

Tra le colonne portanti dei Kenze Neke anche Claudio Roccia (al basso dopo Tony Carta), Stefano Ferrando, Massimo Circelli, Massimo Loriga.

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