La manifestazione di giovedì mattina continua a far discutere i cittadini del centro baroniese, consapevoli di avere aperto un varco con la serrata popolare che si è poi trasformata in un lungo e partecipato corteo.
La determinazione del Sindaco a non dimettersi dalla propria carica (più di una voce si è levata con tale richiesta) è cosa nota a tutti. Alcuni partecipanti alla manifestazione dibattono su quanto visto, sentito e letto fino ad ora, in attesa del prossimo appuntamento: il Consiglio Comunale di mercoledì originariamente fissato per il giorno successivo.
C'è chi rimarca la verità sostanziale dei fatti, rispedendo al mittente quanto riportato da alcuni mezzi di informazione: «Non è vero che abbiamo tentato di forzare per entrare in comune e, di conseguenza, non è vero che ci sono stati agenti che ce l'hanno impedito. E poi non eravamo né 700 né mille ma più di tremila».
C'è poi chi prova a seguire il ragionamento del Sindaco «quando dice che queste imposte sono frutto di scelte nazionali, ma è anche vero che l'appalto con la società che si occupa della nettezza urbana l'ha firmato lui. È li che trova fondamento l'esosità della Tari siniscolese, ben diversa da quella di altri Comuni».
Sulla stessa lunghezza d'onda una cittadina: «Gli Amministratori si stanno trasformando in esattori per conto terzi. Il punto è che a Siniscola e a Roma governano gli stessi. Il partito di Renzi è lo stesso del Vicesindaco e dell'Assessore al Bilancio. C'è complicità politica. Ha poco senso scaricare le responsabilità».
C'è chi poi, nonostante il Comitato sia riuscito a far spostare la data del Consiglio da giovedì 11 a mercoledì 10, riflette su una «debolezza che si è prodotta sul finire della manifestazione». «Da subito avremmo dovuto imporre la convocazione consiliare per il giorno stesso. Eravamo li, in piazza, eravamo in tanti e determinati a ottenere risposte subito. Pazienza, le avremo mercoledì».
Infine la nota di Zente Nova che, capitolato d'appalto e contratto collettivo nazionale di lavoro alla mano, mette in guardia da chi «insinua paure e dubbi inesistenti tra le maestranze (circa la possibili perdita del lavoro, Ndr) per metterle contro i cittadini che si oppongono all'assalto al reddito».
Si preannuncia un acceso dibattito.