Lingua blu: la rabbia di un allevatore

lo sfogo di Domenico Carta. Le speranze dell'incontro di domani.

Gianfranca Orunesu
01/09/2013
Attualità
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E' di nuovo lingua blu; quando il virus approdò per la prima volta in Sardegna si persero un totale di 1 milione e mezzo di capi ovini in tutto il territorio isolano. Da allora si son susseguiti 9 anni di vaccinazioni: tutto sembrava risolto, ma dopo due anni di apparente quiete (che corrispondono appunto ad un periodo di assenza di vaccinazioni) ecco che l'epidemia incombe di nuovo. Si respira aria di lutto nelle campagne.
Abbiamo sentito uno degli allevatori colpiti anche questa volta. Domenico Carta, siniscolese, perse 150 pecore nel 2001 e, oggi, ha già subito la perdita di alcuni capi. Al tempo stesso non sono mancati numerosi aborti. Un disastro che cresce in modo esponenziale. Le ordinanze di sequestro del bestiame sono all'ordine del giorno e l'eco di disperazione degli allevatori si fa sempre più fitto.

Nonostante la tragica situazione, Domenico non si piega; e con forte spirito di determinazione racconta l'orrore che affligge le campagne. Lo fa con una straordinaria lucidità. Chiede risposte e azioni tangibili, e  rivendica il diritto a poter portare avanti una tradizione millenaria in cui crede fermamente.
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Nelle campagne si radicava così la convinzione che le pecore fossero ormai immuni e al riparo da nuovi focolai. Ma così non è stato. <>.
Domenico è chiaro anche  su un altro punto: < <>.

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