In attesa della presentazione pubblica del Piano di interventi predisposto da Abbanoa, giovedì 16 aprile si è tenuto un incontro tra cittadini, amministrazione comunale e funzionari dell'Ente che gestisce il servizio idrico. Il tema dell'acqua è certamente tra i più sentiti dalla popolazione siniscolese: basti pensare alle ripetute ordinanze di non potabilità, peraltro facilmente rinvenibili nel sito istituzionale del Comune.
Il Dr. Ivo Picciau (responsabile del servizio clientela) ha da subito riconosciuto la propria veste di “controparte” («sono qui anche per sentire la critica più feroce») rimarcando quella che per lui è l'origine delle difficoltà attuali: «L'acqua potabile deve essere costante ma questa è la bicicletta che ci hanno dato. Ereditiamo un qualcosa che non funzionava bene ma, essendo Abbanoa un ente pubblico, siamo obbligati ad obbedire a norme regionali e nazionali».
Diversi gli interventi da parte di un pubblico accorso in forze all'appuntamento. Nella doppia veste di cittadino e di medico, Franco Floris ha parlato della pericolosità dell'acqua a causa della presenza di metalli, anche per il solo utilizzo agricolo: «Dovete risarcirci», ha tuonato concludendo il suo intervento.
Altri cittadini hanno criticato l'impossibilità di stabilire in bolletta la percentuale di acqua non potabile, la presenza della voce “morosità” in bolletta, le tariffe e le difficoltà di mettersi in contatto con il call center dell'ente.
Queste, nell'ordine, le risposte di Picciau: sulla salubrità dell'acqua «si paga purtroppo il solo servizio e non la qualità»; sulla morosità «c'è stato un errore perché abbiamo messo sotto questa voce degli importi emessi ma non ancora scaduti»; in merito alle tariffe sarde «esse sono al di sotto dei valori europei»; sul call center, infine, «c'è stato un periodo di criticità in quanto siamo stati sommersi da una valanga di chiamate, ora il sistema è tarato per riceverne molte di più». Picciau ha anche fatto riferimento alle perdite occulte invitando gli utenti a trovarle.
Non sono mancati gli interventi di alcuni consiglieri di opposizione (della maggioranza i soli presenti erano il sindaco e il vice Lucio Carta).
Gianluigi Farris di Idea Siniscola, concorde anch'egli sui limiti del call center evidenziati dal pubblico, ha portato sul tavolo del dottor Picciau i disagi della popolazione che si reca allo sportello il quale, per tre ore la settimana, è aperto presso l'aula consiliare: «dopo il quindicesimo biglietto non si riceve nessuno». «Infine le chiedo – ha concluso il consigliere Tardelli – come è possibile questo accanimento nei confronti delle associazioni di volontariato? 1500 euro di bolletta alla Croce verde, ci laviamo solo le mani».
Antonio Satta di Zente Nova ha invece tirato in ballo un accordo tra associazioni di consumatori e Abbanoa (per la Provincia di Nuoro): «stante un contenzioso non si poteva procedere allo slaccio ma è stato disatteso, tant'è che le associazioni si sono rivolte al Tribunale di Nuoro che, il 4 febbraio 2012 si espresse richiamando l'Ente al rispetto di quanto concordato». Messa sul tavolo anche la direttiva Cipe del 1978 che prevede una decurtazione tariffaria del 50% nei periodi di acqua non potabile e «il 14% di remunerazione del capitale che troviamo in bolletta nonostante la volontà della popolazione italiana manifestatasi tramite referendum». Secca la risposta di Picciau alle tre questioni sollevate da Satta: «Niente di vero, rispettiamo gli accordi e non ci viene remunerato il capitale». Inoltre, ha aggiunto il funzionario di Abbanoa, «la Direttiva Cipe è stata superata da altre disposizioni normative, a iniziare dalla legge Galli del 1994».
«Il mio sarà un lungo intervento – così Nino Fronteddu – e inizio con il chiedere se verrà stilato un verbale per mettere nero su bianco quanto emergerà oggi». Il consigliere di LiberaMente ha affrontato diverse questioni quali: il potabilizzatore che si vuole costruire nei pressi della diga di Torpè («sarebbe opportuno che gli amministratori impegnassero Abbanoa a rimodulare le risorse in relazione all'acqua di sorgente»); l'insufficienza dell'attuale sportello Abbanoa («tre ore la settimana per un bacino di 40mila abitanti sono poche, senza considerare il fatto che l'operatore è privo di computer»); la necessità di interventi a regola d'arte una volta per tutte («in via Padre Kolbe 22 interventi, le imprese vengono pagate a ogni singolo intervento?»); l'auspicio che si risolva la situazione che colpisce la zona industriale («molte imprese, ad iniziare da quelle alimentari, hanno bisogno dell'acqua potabile»). Su quest'ultimo aspetto Picciau ha offerto garanzie di risoluzione («abbiamo trovato soluzioni a situazioni molto più complesse come a S'Ena e sa Chitta»).
Fronteddu ha affrontato inoltre la questione dello sportello telematico che, tra le varie funzioni, consente agli utenti di consultare le fatture online. «Il servizio offerto dal portale Abbanoa.it - ha dichiarato Fronteddu - è al momento attivo solo per le utenze di Cagliari e Sassari. I clienti delle altre province, dunque anche i siniscolesi, se vogliono consultare le fatture online devono registrarsi nel sito PayBill, portale di cui Abbanoa è azienda convenzionata. Ho però un dubbio: se io, utente, dimentico le credenziali ed effettuo la procedura di recupero, le ricevo in chiaro nella casella di posta elettronica indicata. Significa forse che il sistema conserva in chiaro le password degli iscritti anziché cifrarle? Se la risposta fosse affermativa avrei alcune perplessità in merito. Soprattutto data la necessità di garantire la sicurezza dei propri utenti visti gli attacchi informatici sempre più frequenti».
A metà assemblea il funzionario Abbanoa ha presentato la proposta di Accordo tra Comune ed ente gestore con lo scopo di «regolare i rapporti con i clienti che hanno ricevuto fatture pluriennali (scadute e non scadute) attraverso la proposta di condizioni di maggior favore rispetto alle procedure ordinarie». «Ai clienti che aderiranno all’accordo – si legge nella bozza – sarà applicata, se accertata, la prescrizione quinquennale» mentre «gli importi dovuti, decurtato il periodo prescritto, saranno corrisposti dal cliente, che , munito di certificazione Isee, potrà eventualmente beneficiare di un piano straordinario di dilazione, col tasso d’interesse BCE + 2,33%».

Previsti interventi anche per chi ha ricevuto “bollette pazze” «ossia sopra i 1000 euro».
Picciau ha inoltre aggiunto che, per chi sottoscriverà tale accordo, «saranno escluse tutte le azioni di autotutela da parte di Abbanoa quali i solleciti e gli slacci».
Su quest'ultimo tema si è espresso anche l'avvocato Antonio Canalis: «si continua a slacciare anche in violazione dei vostri stessi regolamenti». Celentano, intervendo nella discussione sopraggiunta, ha rimproverato ad Abbanoa di effettuare gli slacci «senza avvisare prima il Comune».
Canalis, riprendendo la parola, ha anche affrontato questioni quali: le risposte ai reclami («su 70 ne registro soltanto 3»); l'aumento delle tariffe («che dev'essere subordinato al reggiungimento di determinati parametri»); i «potabilizzatori che non funzionano», e le «recenti sentenze di tribunali» che hanno applicato quanto disposto dalla direttiva Cipe del 78.
Celentano ha concluso l'incontro (durato oltre quatto ore) recependo con la dovuta cautela la proposta di accordo: «non vorrei che fosse qualcosa che scarica le responsabilità sul Comune». Nel suo intervento ha parlato della necessità di riformare quello che lui stesso ha definito «un idromostro». Ma «anche la Regione, che è azionista di maggioranza, si deve prendere la sua parte di responsabilità».
Per Celentano la Ras dovrebbe «realizzare un piano acque più aderente alla realtà e che ci possa permettere di sfruttare anche le acque sotterranee». «Noi - ha proseguito - rientriamo nel piano degli investimenti ma ciò non è sufficiente in quanto essi devono essere immediatamente realizzati. Abbiamo ottenuto il collegamento tra la sorgente e il potabilizzatore ma occorre un secondo intervento». «Il prossimo potabilizzatore centrale – ha aggiunto collegandosi a quanto detto da Fronteddu – rimarrà una cattedrale nel deserto, non è un progetto completo e non potrà garantire una filiera idro potabile».
Sulla non potabilità dell'acqua Celentano ha concluso ricordando i due esposti presentati alla Procura della Repubblica: «abbiamo allegato tutte le ordinanze a partire dal 2006 chiedendo di individuare tutte le responsabilità in capo al gestore. La situazione non è più sostenibile: è un attentato alla salute».