Crisi del settore tessile, Siniscola e Posada inserite negli elenchi delle “Aree deindustrializzate”

Celentano: «Risultato importante ma i “Cantieri verdi” sono soltanto una boccata d'ossigeno»

Gianfranca Orunesu
16/11/2015
Attualità
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«La Giunta regionale, con delibera n.54/20 del 10.11.2015, ha inserito finalmente anche i Comuni di Siniscola e Posada negli elenchi delle "Aree deindustrializzate"». Lo ha annunciato il primo cittadino siniscolese Rocco Celentano.

«Con tale provvedimento – ha proseguito il Sindaco – è stato recuperato un grave atto di ingiustizia sociale consumatosi nel 2012, quando la Regione includeva negli elenchi delle aree deindustrializzate solamente i siti del Sulcis-Iglesiente, di Tossilo-Ottana e di Porto Torres. Il polo industriale di Siniscola era stato escluso pur possedendo in pieno le stesse caratteristiche. La Regione pertanto approva il programma di ripartizione delle risorse disponibili pari a 2 milioni e 774mila euro assegnandone 230mila a Siniscola e 70mila a Posada».

«Tutto questo – ha rimarcato Celentano – è stato possibile ottenerlo grazie alle richieste avanzate dai sindacati in sede di Comitato di monitoraggio presso la presidenza della Giunta regionale, alle lotte unitarie messe in atto dai lavoratori ed al ruolo svolto dai comuni. Si chiude in tal modo una prima fase importante per i lavoratori ex Legler. Ora attendiamo i provvedimenti concreti per poter avviare l'elaborazione dei progetti dei "cantieri verdi" ai fini dell' utilizzo dei lavoratori».

Tuttavia Celentano ha manifestato «una moderata soddisfazione». Secondo il primo cittadino si tratta «di misure che consentono solamente una boccata di ossigeno per le famiglie dei lavoratori. Occorre fare molto di più. Il territorio ha tutte le caratteristiche per dare risposte adeguate di utilizzo dei lavoratori, partendo dalle cave dismesse che insistono sul perimetro esterno dell'area industriale e dagli interventi da effettuare per la mitigazione del rischio idrogeologico per giungere ad interventi che valorizzano il territorio in chiave integrata. Il Piano di rilancio del Nuorese, predisposto dai Comuni, va in questa direzione. Prevede infatti la messa in atto di azioni specifiche e trasversali che permettano di dare risposte puntuali per favorire lo sviluppo socio economico a partire dalla valorizzazione ambientale insieme alla cultura e al comparto agroalimentare».

 

 

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