«Grande delusione». È quanto emerge da una lettera inviata dai genitori di venti alunni che l’anno prossimo, presso la scuola secondaria dell'Istituto comprensivo 1, frequenteranno la prima classe senza l'attivazione di un corso ad indirizzo musicale originariamente ipotizzato in sede di presentazione del Piano triennale dell'offerta formativa.
Destinatari della missiva Francesco Feliziani (direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale), Alessandra Pistis (commissario straordinario della provincia di Nuoro), Giuseppe Zucca (dirigente del settore Turismo, Industria, Ufficio Europa, Istruzione, Cultura e lavoro), il sindaco Gian Luigi Farris e l'assessora comunale della Pubblica istruzione Angela Bulla.
«In sede di presentazione del Ptof – si legge nel testo –, la Dirigente scolastica ci informò di tale possibilità. Questa proposta è stata accolta da noi e dai nostri figli con entusiasmo in quanto rispondeva ad un forte bisogno di conoscenza e di formazione. La musica è un linguaggio affascinante che dialoga con tutte le arti e le discipline scolastiche. Suonare uno strumento musicale è, infatti, un’attività che sviluppa facoltà espressive, educa all’ascolto, alla concentrazione. È inoltre un’ottima occasione per socializzare. Imparare a suonare uno strumento nella scuola secondaria di primo grado può essere anche il percorso ideale per accedere in seguito ai Licei musicali o al Conservatorio di musica».
Gli estensori della lettera parlano di interesse diffuso verso la formazione musicale: «nella nostra comunità vengono attivati dei corsi privati, ma non tutte le famiglie sono in grado di permettersi economicamente questo peso. Alcuni, invece, decidono di recarsi a Nuoro per frequentare la Scuola Civica, con dispendio di tempo ed energie per i ragazzi e le famiglie, quando potrebbero utilizzare tale tempo in modo più proficuo».
A seguito del superamento della prova attitudinale («i nostri figli l'hanno affrontata di buon grado e già entusiasticamente si preparavano alla frequenza di tale corso») è però arrivata l'inaspettata notizia: «ci è stato riferito che l’organico assegnato alla nostra scuola, escludeva la costituzione del suddetto indirizzo».
«Vi ricordiamo – prosegue la missiva – che la proposta è scaturita dal Collegio dei Docenti che attentamente ha esaminato i bisogni e le aspettative dei giovani allievi, ed è la risposta alle loro esigenze e a quelle delle famiglie che hanno sperato di rinforzare i livelli di motivazione degli studenti in un territorio che poco offre in termini di cultura. Noi ci aspettiamo molto dalla scuola e questa ci sembrava un’ottima occasione per dare ai nostri figli un’opportunità seria di crescita attraverso l’acquisizione di competenze, abilità e conoscenze nell’ambito di tutte le discipline, ma motivandoli ancora di più attraverso la fomazione musicale. Anche nel rapporto “La Buona Scuola. Facciamo crescere il Paese”, si sottolinea come “la conoscenza dell’arte e della cultura, così come la pratica della musica, devono essere più presenti tra gli insegnamenti che la scuola fornisce ai nostri giovani”. Per questo motivo la nostra scuola ha predisposto da anni l’aula di musica attrezzata di tastiere, strumenti a fiato, impianto di amplificazione, leggii, microfoni, etc che gli alunni frequentano utilizzandola con profitto».
Nelle conclusioni un ragionamento di ampio respiro volto ad unire la tematica formativa con le criticità del tessuto sociale locale: «Diciamo di preoccuparci tanto per questi giovani. Allora diamo importanza ai loro interessi, utilizzando le strategie giuste per suscitare curiosità ed emozioni che li conducano lontano dalla noia, spesso causa di situazioni pericolose che portano a minacciare la loro salute mentale e fisica. Non è retorica, ma seria preoccupazione per il futuro di tanti ragazzi e non solo dei nostri figli. Conosciamo, purtroppo, la situazione giovanile di Siniscola: tante sono le problematiche socio-economiche e culturali che portano sempre più spesso alla dispersione scolastica. Siamo convinti che tale indirizzo nel futuro si amplierà in maniera proficua e fa ben sperare su una ricaduta fattiva su tutta la comunità scolastica e non solo».