Consorzio di bonifica, dal 3 ottobre stop acqua grezza per aziende agricole e case coloniche. Polemica sui ritardi chiusura diga tra Maninchedda e Ambrogio Guiso

Gianfranca Orunesu
01/10/2016
Attualità
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«A decorrere dal giorno lunedì 3 ottobre 2016, il Consorzio di Bonifica provvederà alla chiusura delle condotte dell'acqua grezza proveniente dalla diga Maccheronis, visto il persistere dello stato siccitoso dell'intero territorio».

È quanto si legge in un avviso indirizzato ai proprietari di aziende agricole e di case coloniche («le strutture turistiche e le altre strutture civili, attualmente servite dalla rete del Consorzio, non subiranno variazioni») nei Comuni di Siniscola, Torpè, Posada, Budoni e San Teodoro.

Nello stesso documento si precisa che «l'apporto idrico verrà garantito con l'utilizzo di autobotti messe a disposizione dalla Protezione civile regionale. Per l'utilizzo di tali forniture, gli interessati potranno rivolgersi, presso i singoli Comuni, indicando le quantità necessarie per singola azienda nonché il punto di consegna». I proprietari sono quindi invitati «a dotarsi di opportuni depositi per lo stoccaggio delle forniture idriche».

È polemica, intanto, tra Paolo Maninchedda, assessore regionali dei Lavori pubblici, e Ambrogio Guiso, presidente del Consorzio. A seguito di un'intervista rilasciata da quest'ultimo in merito ai ritardi della chiusura della diga (ritardi che avrebbero contributo all'attuale situazione di crisi), l'esponente della Giunta Pigliaru ha diramato un comunicato volto a scagionare l'operato dell'amministrazione regionale.

Le dichiarazioni rilasciate alla stampa nei giorni scorsi dal presidente del Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale riguardo una presunta colpa della Regione nel ritardo della chiusura della diga di Maccheronis, che avrebbe portato allo stato di crisi idrica attuale, richiedono opportune precisazioni a tutela della verità, dell’azione istituzionale della Regione stessa e nell’interesse generale delle popolazioni coinvolte.
L'assessorato dei Lavori Pubblici ricorda al Consorzio di Bonifica della Sardegna Centrale la convenzione stipulata con Enas in base alla quale lo stesso Consorzio è individuato come unico responsabile della gestione della diga, dal 1 aprile 2014 al 31 marzo 2016. Perciò, quando il presidente Guiso denuncia la responsabilità di chi non ha proceduto alla chiusura del bacino nei primi giorni di marzo del 2016, sta denunciando sé stesso, peraltro inutilmente perché la quantità d’acqua rilasciata è esattamente quella disposta dall’Ufficio Tecnico Dighe per garantire la sicurezza dei cittadini.
Per quanto riguarda i lavori bisogna ricordare che la stazione appaltante è lo stesso Consorzio di bonifica; che l’appalto ha subìto una rescissione con strascico giudiziario a causa dell’abbandono dell’impresa aggiudicataria; che, sempre a carico del Consorzio di Bonifica, è in corso una delicata verifica statico-funzionale delle paratìe installate. L’assessorato dei Lavori Pubblici ha inoltre chiesto e ottenuto da Enas una verifica statica della diga a seguito della breccia apertasi a causa del ciclone Cleopatra, con l'obiettivo prioritario e imprescindibile di salvaguardare l'incolumità delle popolazioni della valle.

Immediata la controreplica di Guiso:

Sono molto amareggiato per il comunicato diffuso dall'assessore che addita il Consorzio come unico responsabile della grave situazione che si è venuta a creare nella gestione dell'acqua della diga Maccheronis. Non corrisponde al vero ed è pure ingeneroso puntare il dito contro un ente che con Enas ha solo firmato per due anni la convenzione per gestione programmatica dei lavori della diga, scaduta il 31 marzo scorso.
Purtroppo non avevamo e non abbiamo la gestione dell'acqua e quindi il potere di poter decidere quando chiudere la diga.
Noi abbiamo solo suggerito
ad Enas, inascoltati, di chiuderla il 28 febbraio o massimo il 31 marzo. Si è deciso, da altre parti, di farlo il 13 aprile, quando tra l'altro era scaduta da 13 giorni la convenzione per i lavori nel muro destro della diga. Ci dispiace ma non possiamo accollarci responsabilità di altri.
Anche durante l'incontro a Cagliari con Enas, Ente dighe, Protezione civile e assessorato ai lavori pubblici, dove si sta discutendo la bozza di studio di laminazione, abbiamo ribadito che la diga dovrà essere piena il primo marzo, mentre dall'altra si sostiene, sulla base di uno studio dell'Università di Cagliari, che per motivi di sicurezza l'invaso dovrà contenere fino al 30 aprile solo 17 milioni di metri cubi d'acqua, e arrivare a 24 solo da maggio a luglio.
In questo momento di grave difficoltà serve la collaborazione di tutti e non certo le polemiche. Da lunedì dobbiamo lavorare tutti uniti per rendere meno pesante questo momento in particolare agli agricoltori e a chi abita nelle case sparse
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