Il culto dei defunti nelle popolazioni sarde e celtiche al Bernardini. In fase di conclusione i laboratori di studio tra le due tradizioni. La mostra sarà visitabile da mercoledì

Mauro Piredda
24/10/2016
Attualità
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Stanno avviandosi a conclusione i laboratori sulle Analogie tra il culto dei morti celtico e il culto dei morti sardo che vedono protagonisti gli alunni della scuola primaria dell'Istituto comprensivo “Albino Bernardini”.

Arazzi, disegni, combinazioni di colori, confronti tra calendari nuragici e celtici e tra le diverse feste scandite dai cicli dell'agricoltura; ricerca sui diversi “peti cocone” della Sardegna, culto dei semi e studio sui dolci delle feste di questa stagione transitoria.

«È un lavoro – come sostenuto dall'insegnante Mariella Scanuche li ha coinvolti. I ragazzi hanno potuto studiare le due tradizioni. Inoltre abbiamo discusso con amore sui nostri cari che non ci sono più ma che continuano ad essere destinatari dei nostri pensieri. Niente a che fare con il fenomeno consumistico legato all'Halloween americano, sebbene non mancherà la festa che, alla fine, li farà divertire».

«Io ho realizzato un arazzo – così la piccola Eleonorache raffigura il tavolo dove le anime vanno a mangiare». Nel lavoro di Lucia le anime stanno invece nel sottosuolo «per custodire i semi, per far sì che ci sia un buon raccolto».
Il legame tra il seme e la terra, l'uomo e la natura, le tradizioni che si somigliano a dispetto dei confini e delle distanze (concetto ribadito da Francesco e Matteo), sono state invece raffigurate attraverso i fili tessuti da Grazia, rievocando gli spiritelli di Maria Lai.

«I semi – ha sottolineato Scanu – sono centrali in tutta questa argomentazione. Basti pensare che tra i celti e i sardi, il gesto dell'apporre sa trazea sui dolci altro non è che la simulazione della semina».

E le feste? «Qui abbiamo la tradizione dei fuochi di gennaio e lì l'Imbolc. Ma si può proseguire con la Pasca manna e l'Ostara, il maggio e il Beltane, Làmpadas e Lyta, s'incunza e il Lughnasadh, sos acordos e Mabon, sas ànimas e Samain, Pasca de nadale e Yule».

I lavori, realizzati anche grazie al riciclo di materiale precedentemente utilizzato in altri laboratori, confluiranno in un «libro di stoffa»: «Racchiuderà gli sforzi e la fantasia dei nostri ragazzi», ha concluso Scanu.

La mostra è in fase di allestimento. Sarà visitabile dal pubblico (presso la scuola) già da mercoledì.

 

 

 

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