Lucia Becchere alla conferenza Ute: «La poesia non si sottomette alle regole»

Mauro Piredda
06/02/2018
Attualità
Condividi su:

Non è sempre facile dare un significato al termine "poesia". Secondo Eugenio Montale, essa è «nata dalla necessità di aggiungere un suono vocale al martellamento delle prime musiche tribali». Parole e musica, quindi. E lo si capisce anche dai nomi dati ai componimenti: chanson, sonetto, lo stesso canto a tenore.

Un altro contributo al tema è arrivato venerdì pomeriggio, nella Biblioteca di Siniscola. Lucia Becchere (nativa di Siniscola, scrittrice e penna de L’Ortobene) si è calata in una relazione appassionata, ospite dell’Università della terza età. «La poesia – queste le sue parole –, che nasce orale, è un genere minore della letteratura, è poco valutato. Ma la poesia è tale perché è libera, non si sottomette alle regole, crea un apertum tra l’uomo e le parole».

E il poeta, come si manifesta? «Spesso non viene capito – ha aggiunto –, e per questo motivo ne soffre. Ma il poeta può essere considerato tale se è poeta anche chi la legge, se riesce a catturare il messaggio scritto con un linguaggio evocativo».

Quante poesie esistono, quindi? «Tante. Io la posso leggere e commentare in un modo, differente da quello di altre persone». Gli uomini, «esseri con una sola ala», devono quindi affidarsi alla poesia, «testimonianza vivente della loro esistenza».

Il riferimento alle ali è stato ripreso nella seconda parte della conferenza introdotta dal presidente Ute Antonio Murru: in questa sessione è stato analizzato il componimento “L’albatros” di Baudelaire. «L'albatro - ha ribadito - ha quattro metri di apertura alare, è la poesia che domina il popolo».

Leggi altre notizie su SiniscolaNotizie.net
Condividi su: