Nuova presa di posizione del gruppo consiliare Zente Nova-Unione per Siniscola sulle tematiche inerenti al lavoro. La formazione politica, rappresentata in Consiglio da Antonio Satta e Nino Fronteddu, è intervenuta nello specifico in riferimento all’appalto sulla gestione dei parcheggi litoranei, alla gestione dei servizi del porto, alla selezione di sei istruttori di vigilanza.
In merito ai parcheggi, Satta e Fronteddu contestano il requisito richiesto relativo alla capacità economica e finanziaria («con un fatturato minimo annuale di 500mila euro negli ultimi tre anni»): «Chi conosce il territorio – queste le parole dei due consiglieri – sa benissimo che qua nessuno ha quel requisito. La cosa imbarazzante è che non erano obbligati a metterlo, come da articolo 83.4.a del decreto legislativo 50 del 2016».
Sulla gestione dei servizi del porto, i due esponenti lamentano la mancata introduzione di clausole sociali di salvaguardia volte a promuovere la stabilità occupazionale del personale impiegato. «Presso il porto – hanno dichiarato – abbiamo due figure siniscolesi precarie occupate attraverso altrettante precarie politiche del lavoro regionali. Sarebbe stata l’occasione per far sì che queste due figure potessero essere assorbite dalla ditta appaltante».
Sul terzo fronte, circa la selezione di sei istruttori di vigilanza, «esistono modalità – hanno aggiunto Satta e Fronteddu – che possono e, talvolta, devono riconoscere le esperienze e risorse espresse dal territorio, per valorizzarle. Il riferimento è a quei siniscolesi che, sempre previa procedura concorsuale, per anni son stati impiegati quali vigili stagionali, che hanno acquisito esperienza, vissuto sulla pelle il precariato e, oggi, sono a casa. Si doveva riconoscere quella professionalità acquisita».
«Ecco – conclude la nota –, il Comune non crea posti di lavoro ma, sulla base dei suoi poteri, opportunità, la realtà è impietosa, parlano i fatti. Come gruppo politico denunciamo il fallimento e l’incapacità di questa Giunta a produrre seri piani di sviluppo dei beni e dei servizi che passano per la pubblica amministrazione con il conseguente impoverimento della nostra economia e la fuga dei nostri giovani; denunciamo l’appannaggio dei lavori e dei servizi a favore di imprese esterne al territorio; denunciamo la mancanza di politiche di formazione specifiche che facciano dei nostri giovani addetti qualificati e nuovi imprenditori per gestire i nostri beni e servizi; denciamo la mancanza di trasparenza nella selezione del personale da parte delle imprese aggiudicatrici di servizi pubblici che gettano più di un sospetto sulla prosecuzione di meccanismi di selezione clientelare dei lavoratori».