Competitività e sostenibilità nella riserva Mab. Pubblicati i risultati dell'indagine Crenos

Mauro Piredda
28/09/2018
Attualità
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Sono stati pubblicati i risultati dell’indagine Crenos sul binomio competitività-sostenibilità inerente a tre destinazioni turistiche del mediterraneo. La ricerca, condotta nell’ambito del progetto transfrontaliero Stratus (finalizzato a rafforzare la competitività internazionale delle micro, piccole e medie imprese della filiera del turismo sostenibile marino e balneare), ha interessato diversi portatori di interessi delle aree di Villasimius, Sanary-Sur-Mer (Provenza) e della Riserva di Biosfera del parco Tepilora, del Rio Posada e dei territori del Montalbo.

Il questionario relativo al campione locale, dopo essere stato illustrato pubblicamente il 24 febbraio scorso a Siniscola (durante il convegno di presentazione della riserva Mab-Unesco), è stato somministrato a una popolazione statistica di 192 persone tra imprenditori e lavoratori aventi un rapporto diretto col flusso turistico all’interno dell’area interessata.

Nove le domande della batteria, somministrate via mail e tramite la pagina Facebook dell’area Mab, alle quali hanno risposto 131 intervistati: quasi il 60% dei rispondenti all’interno della categoria “imprenditore /proprietario” con buona parte di essi operanti a Siniscola (48 in valori assoluti) e Posada (27).

Dall'indagine emerge che una forte maggioranza degli intervistati (oltre il 72%) è a conoscenza della Riserva e delle sue caratteristiche; solo il 3,82% di essi ne ha sentito parlare per la prima volta tramite l’indagine stessa. Trentuno operatori, invece, conoscevano la nuova entità pur barrando la casella in corrispondenza dell’opzione «ma non so bene di cosa si tratti».

L’indagine è stata inoltre caratterizzata da una serie di domande volte a misurare (da uno a 5 con valore massimo corrispondente all’opzione “completamente d’accordo") la condivisione di alcune priorità inerenti alla competitivà dell’azienda nell’ottica della sostenibilità. Affrontate le tematiche relative alla diversificazione dell’offerta, al miglioramento dell’accessibilità esterna e interna della destinazione, al legame con l'autenticità del luogo, all’aumento della partecipazione degli operatori nei processi di programmazione del settore turistico, al miglioramento della cultura dell'ospitalità in generale. Tutti questi item hanno avuto un livello medio di condivisione intorno al valore 4.

Quanto al cambiamento climatico, si legge nelle diapositive allegate al rapporto, «gli operatori sono sì informati sulla tematica, ma solo una minoranza di essi rileva le implicazioni di tale fenomeno sul settore turistico». Risulta inoltre non trascurabile la percezione riguardo l’impatto della burocrazia nei processi di sviluppo aziendale.

Il questionario terminava con una domanda a risposta aperta relativa a un «sogno nel cassetto». Diverse le indicazioni arrivate dal basso e legate ai trasporti (mezzi elettrici e e-bike), al legame con il mondo agricolo, alla maggiore attrattività dei centri urbani, all’assenza di rifiuti nei cigli delle strade.

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