FIU, fitta partecipazione all'assemblea del 30. «Nonostante chi voleva che il Fronte fosse giusto un cartello elettorale, siamo sempre in lotta»

Gianfranca Orunesu
01/04/2014
Politica
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Bilancio positivo per l'assemblea del Fronte Indipendentista Unidu svoltasi domenica 30 in Località S'Aspidda. Un dibattito particolarmente partecipato ha coinvolto circa 200 persone fra militanti e simpatizzanti provenienti da tutta la Sardegna.  Ad aprire i lavori gli interventi inerenti alle singole realtà territoriali: fra i punti cardine emersi, l'impegno continuativo non esauritosi nella tornata elettorale (considerata una fase), i tavoli di lavoro locali radicati nel ruolo propulsivo dei territori, lo spirito democratico e popolare delle assemblee, la lotta contro il colonialismo. Varie le iniziative partite la settimana scorsa a Tempio, Nuoro, Sassari e Cagliari. Numerosi gli interventi del pubblico. «C'è molto entusiasmo per il progetto – ha dichiarato Pier Franco Devias – e, anche superato il periodo elettorale, il Fronte continua con la sua lotta nei territori: è presente contro il colonialismo ovunque si presenti. Sia  che si manifesti come speculazione energetica legata alle pale eoliche, sia che si presenti come occupazione militare. Questo nonostante chi voleva che il Fronte fosse giusto un cartello elettorale. Invece siamo sempre in lotta. Al di là del bilancio positivo dell'esperienza elettorale, che ci ha permesso di parlare a tantissimi sardi e far conoscere il nostro programma, è positiva anche la valutazione dell'attività in questo momento. Il Fronte è in piedi, è impegnato, c' è molta propositività». Sulla questione delle amministrative, invece, «intendiamo valutare volta per volta le situazioni. Se sia il caso o meno di candidarci, e rispetto ad ogni caso decideremo come muoverci. Se ci sarano le condizioni, partecipando alla competizione elettorale come Fronte; altrimenti, se queste condizioni non ci saranno, cercheremo di formare liste civiche con parti non colluse col colonialismo e che non fanno parte di partiti collaborazionisti o italiani».
«La riapertura di sedi di partito in molti paesi e città è il primo esempio di come la politica deve e può tornare al popolo, l'unico modo possibile per superare i meccanismi clientelari tipici della politica sarda» ha commentato soddisfatta Ines Caria. «Siamo solo all'inizio, la strada sarà in salita, ma speriamo e ribadiamo che solo con un' unione come questa, dove l'adesione è individuale e vede tutti i sardi uniti nella lotta in difesa della propria terra dagli attacchi del colonialismo e del capitalismo, potremo rinascere».
Ma la giornata non si è conclusa con la discussione. Dopo il dibattito momenti di convivialità: pranzo sociale di finanziamento con prodotti tipici locali, musica e divertimento fino a sera per festeggiare i traguardi raggiunti e brindare a quelli futuri. 

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