Si riaccende il dibattito sulla Zona franca integrale.

Alla luce dello slittamento dell'entrata in vigore del nuovo Codice doganale comunitario

Gianfranca Orunesu
30/07/2013
Attualità
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Non è la prima volta che a Siniscola si parla di Zona Franca. Già nel dicembre scorso una delibera consiliare (la n° 64) impegnava “il Sindaco e la Giunta Comunale a porre in essere tutti gli atti politici ed amministrativi necessari affinché la Regione Sardegna provveda immediatamente alla delimitazione territoriale ed alla emanazione delle norme di operatività delle Zone Franche e ad avviare tutte le possibili iniziative in favore dell'istituzione della Zona Franca Fiscale nell’intero territorio della Sardegna”.

Ieri, presso l'ostello della gioventù “Su Recreu”, in località S'Aspidda, il sindaco Rocco Celentano e il coordinatore dei comitati per la zona franca in Sardegna Antioco Patta sono ritornati sull'argomento, anche alla luce dello slittamento dell'entrata in vigore del nuovo Codice doganale comunitario al 1° novembre (il termine ultimo per poter istituire la zona franca era fissato al 24 giugno). Celentano ha parlato della zona franca come l'unico strumento politico economico capace di aggredire la crisi economica: «tutti i precedenti modelli, dalle aree omogenee ai progetti integrati d'area, sono falliti». «Perciò – ha concluso Celentano – è importante che il popolo sardo si mobiliti dovunque facendo sentire la sua voce a tutti i livelli amministrativi».

Antioco Patta ha fatto un excursus storico partendo dalle “franchigie di Assur” mesopotamiche fino ai giorni d'oggi. L'esempio che Patta ha proposto per convincere gli scettici è quello delle Azzorre, dove una causa giudiziaria con l'Unione europea ha fatto sì che la fiscalità di vantaggio per le isole portoghesi sull'Atlantico non rientrasse tra gli aiuti di Stato.

Nella relazione e nelle repliche agli interventi del dibattito, è stato spiegato cosa si intende per zona franca integrale: da un lato un'interpretazione estensiva (per tutta l'isola) di quanto sancito dal Decreto legislativo n°75 del 1998 (che prevede zone franche «nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate o collegabili»); dall'altro un insieme di zone franche di produzione e zone franche al consumo.

Se con le prime, per Patta, «avremmo risolto la vertenza Alcoa», con le seconde si avrebbe «per i residenti e per i domiciliati un abbattimento di Iva e accise su carburanti, energia elettrica, alcolici, tabacchi e altre categorie merceologiche fino ad arrivare a un risparmio del 35%». Patta ha poi parlato della possibilità dei comuni di applicare una sovrattassa locale su tali merci sgravate da Iva e accise: «il comune di Livigno ha 6500 abitanti e nel bilancio dell'anno scorso ha 13 milioni provenienti da quel prelievo».

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