Dura riflessione del movimento Zente Nova sulla mancata attivazione da parte del Comune del campo estivo per i bambini fino ai 12 anni.
«Fino allo scorso anno, da giugno ad agosto, divisi per turni di due settimane, dalle 8.00 del mattino fino alle 17.00, il Comune ha promosso il “Campo estivo” organizzando le uscite al mare, precisamente nella spiaggia di San Giovanni, e appoggiandosi presso la scuola materna/elementare di La Caletta per il pasto o per trovare rifugio dal solleone nelle ore più calde. il “Campo estivo” era ed è utile per i genitori che lavorano; pure, lo è sul piano pedagogico, per favorire la socialità e la crescita della personalità individuale come della coscienza collettiva che i bambini sviluppano interagendo tra loro, finanche, per soddisfare il loro semplice bisogno di andare al mare, di giocare, divertirsi» si legge nella nota. Il gruppo di opposizione prosegue con alcune precisazioni: «il Campo non è mai stato gratuito, quindi, i genitori pagavano il servizio; al Comune, semmai, spettava una quota di cofinanziamento, destinata principalmente a garantire il trasporto dei bimbi da Siniscola a La Caletta. Ebbene, quest’anno il Comune non attiverà questo servizio e, di fatto, invita i genitori a rivolgersi al privato. Che per carità avrà pur bisogno di lavorare, ma che non può sostituire in toto il servizio pubblico, per il quale i cittadini pagano le tasse e del quale hanno diritto; il privato deve essere una opzione, non la sola possibilità di scelta. La scusante, così abbiamo capito, è che non ci sono fondi comunali da destinare a questa attività, al “Campo estivo”: il solito leitmotiv, insomma!». Zente Nova afferma che «per le 26 biciclette elettriche acquistate recentemente dall’Amministrazione, la stessa ha speso quasi 40mila euro denaro pubblico». E conclude: «abbiamo strade che possono competere con quelle dell’800, abbiamo priorità, quali i servizi da garantire alla popolazione, e il “Campo estivo” è uno di questi ma, l ’Amministrazione che afferma di non avere soldi da investire, li sperpera in una cosa che, francamente, lascia il tempo che trova; e che, vista la sopracitata condizione delle strade e l’assenza di piste ciclabili, appare anche ridicola».