Nel consiglio comunale di ieri, l'inserimento di alcune opere nel piano triennale delle opere pubbliche ha fornito l'occasione per un dibattito piuttosto articolato in merito alla programmazione nel suo complesso. Dopo l'introduzione dell'assessore Lucio Carta, che ha illustrato gli interventi (150 mila euro - 30 mila di cofinanziamento comunale - per la messa in sicurezza del tratto di strada dalla Marfili alla rotonda; 222 mila per i servizi igienici e il miglioramento dell'accessibilità nelle spiagge di Berchida e Capo Comino; 150 mila euro per la ristrutturazione dell'asilo nido; 300 mila da spendere in progetti già avviati a La Caletta e Sa Preta ruja) hanno preso la parola i consiglieri delle opposizioni.
Nino Fronteddu, «da un lato contento per i finanziamenti», ha posto sul tavolo una serie di elementi critici. Per il consigliere di LiberaMente si ha un «deficit di programmazione» quando «manca un sistema di monitoraggio e di verifica dei lavori» e quando «i vacanzieri abbandonano le abitazioni de La Caletta e si Sa Preta ruja, facendo perdere denari ai proprietari, per via dei cantieri aperti e dei disagi da essi provocati». Ma per Fronteddu - che ha anche parlato di "libro dei sogni" invitando la giunta a rivisitare il piano tenendo conto delle opere che nel triennio non potranno essere realizzate - i disservizi devono essere collegati alla questione Tasi: «occorre applicare un meccanismo di incidenza nella tabella dei singoli servizi in modo tale da operare delle riduzioni laddove il servizio non è garantito».
Antonio Satta ha ribadito la posizione di Zente Nova, ovvero quella dei «cantieri organizzati per lotti in modo da procedere con un minore impatto e non aprendo grandi e infiniti lavori, e in modo da creare meno disagi alla viabilità, al commercio e al turismo». «Con questo degrado e con questi disservizi, solo al mio peggior nemico - ha proseguito provocatoriamente - consiglierei una vacanza a La Caletta». Satta ha parlato anche di opere inutili e di tempistiche assenti. «L'inserimento delle opere è pregevole ma è l'impianto generale che non va», ha concluso Satta annunciando la propria astensione.
Giuseppe Mele ha posto invece il problema sulla questione finanziamenti: «l'amministrazione dovrebbe concepire se stessa come una società che reperisce i fondi attraverso la gestione del suo patrimonio». Mele ha anche posto la questione dei lavori di raccolta delle acque bianche a La Caletta in direzione Posada con «un "collo d'oca" operato dalla ditta che non consentirà il normale deflusso».
Da parte di Lucio Carta, che ha rassicurato Mele («chiederemo una relazione dettagliata all'impresa»), strali contro l'opposizione «non realista e demagogica» di Zente Nova alla quale «non va mai bene nulla». Non sono mancati neppure i battibecchi con l'opposizione di centrodestra sui mancati finanziamenti (partendo dai famosi 40 miliardi di lire per il porto poi rimodulati). Per Carta è «colpa di Cappellacci e di qualcuno che ha lavorato perché non arrivassero»), per Mele della giunta Soru. Sulla sistemazione di via Galilei Carta ha sostenuto che «la finiremo» di fronte al «cando lu 'ido bi creo» del consigliere Tardelli.
Nelle conclusioni di Celentano la sintesi della filosofia della sua giunta: «i cantieri aperti segno di vitalità, se non ci sono cantieri è segno che non si fa nulla». Ma anche una riflessione sui bandi: «non è possibile programmare lo sviluppo attraverso loro, anche perché non hanno mai rispettato i principi di equità. Anche noi siamo stati inseriti in alcuni di essi ma poi mancavano i fondi e io denuncio apertamente l'attenzione esclusiva a zone industriali come quella di Macomer e non a questo territorio». Sulla tempistica il primo cittadino ha fatto notare il susseguirsi dei tempi dell'appalto e di quelli del contratto: «i tempi non li decidiamo noi, anche perché poi l'impresa che arriva seconda fa ricorso e, anche se non vince contro di noi, ci fa perdere tempo». Sui finanziamenti alternativi Celentano punta sul "project financing" ma per l'utilizzo del patrimonio chiede maggiore collaborazione delle minoranze. Sui finanziamenti «che ci spettano, sanciti da convenzioni firmate e sottoscritte, vedremo cosa decidono i giudici ordinari». Interventi approvati con l'astensione delle opposizioni.