Fa discutere l'ordinanza sindacale (la n°60) emessa il 10 agosto. In essa il Sindaco ordina, («rilevata la dimensione del fenomeno della mendicità nel territorio comunale»), «il divieto di porre in essere forme di accattonaggio, con qualunque modalità, in ogni spazio pubblico o aperto al pubblico».
Nelle parole di Celentano la richiesta di elemosina è «spesso praticata in modo ripugnante e vessatorio simulando deformità o malattie o adoperando altri mezzi fraudolenti per suscitare l'altrui pietà». Inoltre, sempre secondo il primo cittadino «il fenomeno si manifesta in moltissimi casi come un illecito sfruttamento di minori, disabili e anziani» e «le stesse condotte possono costituire un diversivo preordinato ad agevolare la commissione di attività illecite (borseggio e scippi)».
Da più parti, come emerge anche dal dibattito che sta animando la rete, si manifestano perplessità in merito ai toni emergenziali delle disposizioni emesse. Per Zente Nova il documento «lascia stupefatti»: «Solo ora scopriamo che a Siniscola esiste il problema dell’accattonaggio, addirittura potenzialmente propedeutico per reati quali scippi, borseggi e molestie». Il movimento rappresentato in Consiglio comunale da Antonio Satta, attraverso una nota stampa, ha dichiarato che «il suo contenuto appare come il copia/incolla di qualche ordinanza fascioleghista pescata sul web».
Secondo il gruppo, «impedire la possibilità di chiedere l’elemosina è non solo inumano, ma soprattutto inefficace per reprimere eventuali situazioni di criminalità di altro tipo (per le quali, peraltro, esiste già il Codice penale). Inumano, in quanto, alle persone realmente indigenti, si proibirebbe l’ultimo e più antico gesto per tirare a campare, un gesto che nel dramma di chi lo vive racchiude in sé la solidarietà e l’aiuto incondizionato dell’uomo per l’uomo».
«Resta il fatto – ha aggiunto Zente Nova – che di questa ordinanza non si capisce il capo, né la coda. Infatti, saremo curiosi di conoscere quanti sono, nell’ultimo anno, i casi di accattonaggio “molesto” denunciati alle autorità. Quanti provvedimenti sono stati assunti nei confronti di persone che a fini di accattonaggio hanno sfruttato minori e finti invalidi. Quante persone in strada a chiedere l’elemosina sono state avvicinate dai servizi sociali del Comune e assistite una volta accertate le loro condizioni di indigenza. Inoltre, qual è il confine che demarca l’insistenza e la molestia nel chiedere l’elemosina? Considerato che la molestia è di per sé un reato penale, è proprio necessario legarla al tema dell’accattonaggio? L’insistenza può essere un metro di valutazione? E soprattutto, è uguale in tutte le situazioni? Se non mettere in croce il diretto interessato, multare e perseguire chi chiede l’elemosina quale effetto/ricaduta ha?». Per il gruppo di Satta, che ha chiesto l'«immediata revoca dell'ordinanza che si inserisce nel solco delle ultime campagne fascioleghiste», «il degrado urbano di Siniscola e La Caletta e Santa Lucia e Capo Comino è frutto di lavori pubblici incompiuti o fatti male, di nessun intervento sugli arredi urbani, di una raccolta differenziata che non funziona, della mondezza buttata nei vicoli del paese come nelle campagne d’intorno. Di una pessima gestione della cosa pubblica, insomma».
L'ordinanza (contro la quale si può ricorrere al Tribunale amministrativo della Sardegna «per incompetenza, per eccesso di potere o per violazione di legge entro 60 giorni») contiene infine «l'obbligo di segnalare ogni caso di effettiva indigenza al fine di porre in essere idonei e tempestivi interventi assistenziali».