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Ordinanza cani, Zente Nova replica a Celentano

«quando si fanno delle scelte si enunciano a loro giustificazione dati e/o episodi e/o cause»

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É di questa mattina la nota stampa - firmata dal gruppo di minoranza consiliare Zente Nova - in risposta alle ultime dichiarazioni espresse da Celentano nel dibattito sviluppatosi intorno all'ordinanza n. 108 del 16 novembre (recentemente sospesa) che fissava a 3 il numero massimo di cani da detenere.

«Il Sindaco e la sua Giunta - così gli esponenti rappresentati da Antonio Satta - motivano le scelte in nome di qualche fantomatico "qualcuno" o "qualcosa" (vedi, anche, nel caso della vergognosa misura sull'antiaccattonaggio di qualche mese fa). In realtà, vorremo sapere chi è questo "qualcuno" o "qualcosa"».

Zente Nova pone alcuni quesiti: «quanti cittadini si son lamentati dei cani in appartamento? Dove è stata documentata, presso il territorio di Siniscola, la pericolosità degli amici a quattro zampe? Quale è la cifra reale dimostrabile dei randagi in giro per il paese? Noi ne vediamo ben pochi. Fuor di un caso, fortunatamente risoltosi con un grande spavento e, peraltro, verificatosi nelle campagne del paese, negli ultimi anni, quanti bambini hanno subito aggressioni? Inoltre, saremo curiosi di capire le situazioni legate ai cani che determinano "il grave danno al pubblico decoro" (cit. il Sindaco, Rocco Celentano). Poichè, invero, il danno al decoro pubblico è figlio del degrado imperante in 15 anni continuativi di Giunte del centrosinistra e di una raccolta differenziata che non funziona come dovrebbe. A tal proposito, il sig. Sindaco da quanto tempo non visita il decoro in cui versa il centro storico? Insomma, quando si fanno delle scelte si enunciano a loro giustificazione dati e/o episodi e/o cause. Caro sig. Sindaco - conclude la nota - quando ciò avviene sarebbe il caso di precisare sia l'entità dei dati, sia il numero degli episodi, sia le cause; quelle documentate, nonché quelle certificate da elementi concreti, reali, oggettivi, riscontrabili. Diversamente, in difetto, è un po' come abbaiare alla luna».

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