“Sarebbe bella, la riproduzione della “mobilitazione istituzionale” di questi giorni, moltiplicata per ciascun giorno dell’anno; perché, ogni giorno è emergenza per tante, troppe, persone!“
Esordisce così il gruppo di minoranza Zente Nova in un comunicato sul problema case. Le conseguenze dell'alluvione non hanno risparmiato neanche Siniscola che, pur avendo riportato danni di inferiore intensità rispetto a Torpè e dintorni, vede alcune famiglie versare in seria difficoltà. “Con questo freddo, con queste porte aperte di fronte all’inverno che bussa, anche a Siniscola la pioggia incessante ha mietuto le sue vittime: alcune famiglie si son trovate con i piedi in ammollo, loro, i bambini. In particolare, si registra il caso di una con bimbi piccoli che vive questo disagio in pochi metri quadrati, per di più inondati a seguito delle piogge della settimana scorsa”. Zente Nova si è attivata immediatamente: “abbiamo contattato l’Area (ex Iacp) di Nuoro; un impiegato ci ha spiegato che per le emergenze, quelle vere - documentate - è possibile una procedura esterna alle graduatorie che tampona la necessità Però, deve essere il Comune ad individuare la casa popolare da assegnare provvisoriamente fino alla regolarizzazione della posizione, ed è su questa direzione, che da giorni, ci stiamo muovendo facendo pressing su Sindaco e Giunta per andare incontro alla necessità di assegnare un tetto dignitoso a questa famiglia: subito, adesso, non domani! Il Sindaco ha avviato il monitoraggio delle case popolari libere ed entro questa settimana ha preso l’impegno di dare una risposta, speriamo positiva, poiché non ci accontenteremo di un no!”
Il gruppo definisce il problema della casa “reale, anche a Siniscola, ed è anche e soprattutto politico” e annuncia l'azione che intraprenderà in seguito: “presenteremo una proposta di Delibera che dia indirizzo agli uffici affinchè si avvii il monitoraggio degli alloggi popolari sfitti e non ancora assegnati; di quelli che – seppur assegnati – lo sono a persone che da tempo hanno perso i requisiti e che dovrebbero restituirli; di probabili abusi afferenti il subaffitto e, anche, di eventuali multiproprietari se esistono (con casa privata da una parte e casa popolare dall’altra)” usando una parola chiave che “a primo acchito non piace: requisire! Alla fine è di questo che si tratta, si devono riprendere gli appartamenti a chi nel corso del tempo ha avuto la fortuna di emanciparsi economicamente cementando una certa sicurezza reddituale. Ovviamente, parliamo dei casi più spudorati, se vi sono, non di mettere in croce una persona/famiglia per aiutarne un’altra su questo punto vogliamo essere chiari” ; prosegue nella spiegazione: “Anche perchè, come capitato altrove, è probabile che pure da noi vi siano tutta una serie di case vuote, ma formalmente assegnate; che vengono gestite come fossero un “bene di famiglia”, quando in realtà lo sono solo del diretto assegnatario che se, per i più svariati motivi, non abita più quella casa, deve restituirla, non metterla a disposizione de s’erenzia”.