Una soleggiata mattinata di febbraio ha fatto da cornice alla cerimonia di intitolazione dell'Istituto comprensivo n°2 al maestro Albino Bernardini.
Nato a Siniscola nell'anno di una rivoluzione politica (il 1917) ai cui ideali aderiva, Bernardini è entrato nella storia per aver iniziato la sua battaglia pedagogica sulla scia delle teorie dell'educatore sovietico Anton Semenovyč Makarenko. Il maestro siniscolese, a Lula come a Pietralata, ha aperto il mondo della scuola alle esigenze di cambiamento che maturavano nella società, ha interpretato l'insegnamento come missione sociale, ha applicato la partecipazione degli alunni al processo narrativo e formativo. Il suo nome ora compare nella targa della struttura scolastica di Sa Sedda e si unisce alle figure antiautoritarie che danno lustro ad altre scuole siniscolesi: Michelangelo Pira e Luigi Oggiano.
Alla cerimonia hanno partecipato autorità civili, militari e religiose. Il viceparroco Don Andrea Biancu ha benedetto la targa proponendo una sua riflessione sul tema dell'educazione.
Successivamente si è svolta una conferenza all'interno dell'Aula magna. Ha aperto gli interventi il Dirigente scolastico Fiorella Ricciardi: «L'iniziativa di oggi non è un punto di arrivo, è un punto di partenza». Ricciardi ha sottolineato l'importanza di lavorare e di studiare in una scuola dedicata a una figura di tale spessore: «Quando ero piccola – ha aggiunto – la mia scuola era dedicata a Collodi, un punto di riferimento per tanti alunni; oggi opero in una struttura dedicata a una persona dalla quale trarre continuamente esempio. Bernardini insegnava in un contesto nel quale la voce della scuola si affiancava a quella della famiglia. Oggi le voci sono tante e ci serviranno le sue analisi e le sue mediazioni».
Per il sindaco Rocco Celentano, «Albino Bernardini era un uomo di grandi ideali, un uomo importante per la scuola e la società». Il primo cittadino, dopo aver dichiarato che quelle di Sa Sedda e di La Caletta «sono scuole del nuovo millennio aperte alla società», ha ricordato la realizzazione della sesta edizione del Premio nazionale di letteratura per l'infanzia, nel 2012.
Sul Premio è intervenuto anche Bachisio Porru, co-fondatore insieme al maestro siniscolese: «Nacque con un'importante dotazione finanziaria, prevedendo 12 milioni di vecchie lire per i vincitori. E i bambini, seguendo le indicazioni di Albino, erano i veri protagonisti. Erano loro che, dopo una prima scrematura da parte della giuria, stabilivano quale opera fosse al migliore». Auspicata la realizzazione della settima edizione «a prescindere da chi amministrerà Siniscola nei prossimi anni». Ricordato anche il protagonismo dei piccoli durante le lezioni: «Toccava a loro concludere le storie senza finale che Albino raccontava in classe».
Tra gli intervenuti anche il figlio Franco. Ricordate le passioni politiche del padre, il suo essere «combattente e militante nella scuola e nella vita», la sua continua «ricerca della verità senza compromessi» e anche la sua «presenza-assenza in casa a causa del suo costante impegno».
Piero Carta, assessore della Cultura, ha infine ribadito «l'obiettivo dell'amministrazione comunale di dare risalto ai figli illustri di Siniscola. Dobbiamo ricordare i messaggi di questi personaggi che per noi sono dei punti di riferimento imprescindibili. Intitolare una scuola ad Albino Bernardini era un obbligo per noi».
Durante la conferenza è stato trasmesso il filmato “Albino Bernardini il maestro di Pietralata” e sono state proiettate diverse immagini.
