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Voto a domicilio per persone affette da grave infermità, entro lunedì le domande in Comune

Da Santa Lucia la testimonianza di una nonnina

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«Gli elettori affetti da gravi infermità, tali da renderne impossibile l’allontanamento dall’abitazione in cui dimorano, hanno la possibilità di votare a domicilio. La domanda, corredata da un certificato medico della ASL e dalla copia della tessera elettorale, deve pervenire entro il 16 maggio 2016 al comune di iscrizione elettorale». È quanto si legge nelle risposte alle Faq (domande frequenti) pubblicate sul sito del ministero dell'Interno in prossimità delle elezioni comunali del 5 giugno.

La condizione di infermità colpisce diverse persone che, senza la procedura indicata, rischierebbero di non poter esercitare il proprio diritto. Un diritto al quale la signora Maria Manca, 84 anni, non vuole rinunciare. Questa la testimonianza che la nipote Monica Cretì ha rilasciato a Siniscola Notizie:

La mia nonnina, nata a Siniscola il 1 febbraio 1932, è figlia di gente povera ma ricca di valori. È cresciuta in una famiglia numerosa. Ai tempi della guerra, per prendere i viveri con la tessera annonaria, lei sfuggiva alle guardie del Podestà per portare a casa in fretta il cibo ai fratelli più piccoli. Una donna che per avere il cognome di suo padre ha dovuto aspettare la legge sul divorzio e che con grande orgoglio solo da adulta ha potuto ottenere. Una donna forte che ha sempre lavorato e detto la sua, con quei modi burberi per resistere ad un sistema ingiusto che nascondono una personalità tenace, schietta ma dolcissima allo stesso tempo. Si è ammalata anni fa e da novembre scorso è completamente immobile in un letto della sua abitazione, nella sua amata Santa Lucia, dalla quale non siamo riusciti mai a spostarla. Nella vita ha lavorato sin da piccola, ha cresciuto la famiglia e fatto la commerciante per 40 anni. Adesso, nonostante la sua condizione, la scorsa settimana mi ha detto di cercare la scheda perché lei vuole votare. «Devo votare!», mi ha detto col suo modo di fare. «Votare è un mio diritto, anche se sono a casa è giusto fare il mio dovere. Sentivo mia mamma lamentarsi quando le donne non potevano votare. Io sono nata in un giorno importante, lo stesso in cui è passata la legge, seppur anni dopo. È quindi giusto che, finché sono viva, con le mie poche forze, io debba votare!». Ho presentato richiesta e lei voterà, seppur nel suo letto e non dentro una cabina elettorale, lei sarà accontentata in questa volontà a cui nonostante tutto, dà un senso molto importante.

 

 

 

 

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