«Dove sono gli amministratori locali che dovrebbero tutelare il territorio da una crisi occupazionale tremenda?». A porre la domanda Gian Pietro Gusai, esponente sovranista di Identità e rinnovamento, intervenuto a seguito delle dichiarazioni dei sardisti e dei socialisti circa il contenuto della delibera regionale del 3 novembre sulle aree di cirisi non complessa. Per Gusai «si vive in un territorio con un futuro oscuro, consumato sterilmente senza produrre reale ricchezza, tecnologia, lavoro e formazione; chiudono le saracinesche delle sue imprese».
Citati i «quattro impiegati del Consorzio industriale che non ricevono la retribuzione da tre anni» e i «tre operai reintegrati al gennaio 2016 in bianco». Sul fronte delle chiusure aziendali («20 su 60» per Gusai) «alcune hanno volumi occupazionali importanti come la RosMary, la Filmar e la Legler; altre sono più piccole come la Farpasta e i diversi artigiani».
«La crisi del comparto industriale – ha aggiunto l'ex candidato alla carica di sindaco – ha portato a una riduzione del numero di buste paghe dalle oltre 600 del 2004 a meno delle 250 attuali, indotto escluso (trasporti e servizi vari). La Zona industriale è a brandelli: mancano acqua potabile, strade di connessione, banda larga. Manca il futuro, manca la progettualità in un territorio geograficamente baciato dalla fortuna».
Che fare? Per l'esponente del Partito dei sardi «è necessaria un'azione comune delle amministrazioni del territorio per sollecitare l’intervento del Presidente regionale al fine di trovare una soluzione. Nel luglio 2016 la Giunta Pigliaru ha tracciato gli argomenti economici di sviluppo (ambiente, cultura, competitività agroalimentare, servizi di area vasta, manifatturiero innovativo e infrastrutture per la crescita) che coincidevano con gli 81 milioni di euro del piano di rilancio del Nuorese sottoscritto nel capoluogo con l’amministratore straordinario della Provincia Alessandra Pistis. Strategie e interventi in linea con il Programma regionale di sviluppo (Fondi europei Fsc, Fse, Fesr, Feasr e Feamp). Tradurre in realtà tangibile ogni documento votato e deliberato è un segno di coerenza. Quando si assumono certe cariche si ha il dovere di esercitare il potere della decisione ed essere forti nel rimarcare le responsabilità delle incompiute o promesse».