Partecipa a SiniscolaNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

«Gherra a sa gherra», la mobilitazione contro le esercitazioni militari è arrivata a Siniscola

Condividi su:

Decine di attiviste e attivisti provenienti da diverse parti dell'isola e impegnati sul fronte della lotta contro l'occupazione militare della Sardegna si sono dati appuntamento ieri mattina presso il faro di Capo Comino per il sit-in promosso da Siniscola resiste. Un appuntamento collocatosi sulla scia delle manifestazioni che si sono tenute a ridosso dei poligoni militari (ultima quella di Capo Frasca del 23 novembre) e che è stato organizzato con l'obiettivo di proseguire l'opera di sensibilizzazione comunitaria rispetto ai temi sollevati: servitù e guerre.

Questioni che per le promotrici e i promotori sono legate indissolubilmente tra loro: «morte, distruzione, genocidio – è quanto scritto nel volantino diffuso ieri –. Questo è quello di cui siamo complici come sardi, come cittadini del mondo “civilizzato”. Siamo complici delle stragi di bambini nello Yemen, della distruzione degli ospedali in Siria, del genocidio palestinese, curdo e di tutti quelli perpetrati nel mondo intero; siamo complici della produzione di morte a Domusnovas con le terribili bombe della Rvm; siamo complici dei test dei nazisionisti e di tutti i loro degni compari a Quirra, Teulada, ovunque sino al nostro cortile, a Capo Comino, Berchida, Orosei».

L'idea del presidio nasce infatti anche a seguito del protrarsi delle esercitazioni del Pisq di Quirra che coinvolgono la zona 3, spettro acquatico che lambisce anche il territorio siniscolese. Stando alle ordinanze di divieto di navigazione, ancoraggio, pesca e mestieri affini, emesse dal capo del Circondario marittimo di Olbia, le attività programmate dovrebbero tenersi, per questo mese, sino a venerdì 23. Contestata, su questo versante, la politica degli indennizzi («è un'elemosina che non può riportare l'integrità e la salubrità marina in luoghi deturpati da bombe»).

Successivamente all'affissione di uno striscione contenente la parola d'ordine «Gherra a sa gherra», diverse attiviste e attivisti, ad iniziare da Giuseppe Piras – uno degli organizzatori –, hanno preso il microfono per discutere di bilanci e prospettive della mobilitazione in corso e per affrontare le diverse questioni collegate alle attività militari in Sardegna. Hanno aderito al presidio A Foras, rete No Basi, Moras, Collettivo marxista/leninista di Nuoro, Movimento omosessuale sardo e S'Idea Libera.

 

 

 

Condividi su:

Seguici su Facebook