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Crisi settore agricolo e prezzo del latte. Siniscola verso l'adesione al comitato proposto da Coldiretti

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Sarà portata alla discussione del prossimo Consiglio comunale una proposta di delibera relativa alla «Adesione al comitato di crisi del latte ovino» promosso da Coldiretti Sardegna. Motivo, la situazione – come riportato nel documento – «in cui è ripiombato il settore a causa dell'azione unilaterale del sistema di trasformazione».

«I trasformatori caseari – prosegue la bozza dell' atto – hanno abbassato il prezzo del latte da inizio annata 2015-16, da 1,10 euro a 90 centesimi, nonostante il costo del Pecorino romano fosse più alto rispetto all'anno prima. Successivamente alle presunte sovrapproduzioni di latte lo hanno ulteriormente ridotto (aprile 2016) a 80 centesimi. Questa dinamica innescata dai trasformatori ha portato il panico nel mercato».

Citate anche le difficoltà affrontate dalle cooperative: «Anello debole del mondo della trasformazione; sottocapitalizzate; divise al loro interno; incapaci di mettersi assieme per costruire sistemi più solidi; senza canali commerciali propri o comuni alle stesse cooperative; impaurite dalla possibilità di ritrovarsi con il formaggio in giacenza, hanno cominciato ad abbassare il prezzo del Pecorino, vendendolo spesso alle industrie di trasformazione privata».

In merito alle sovrapproduzioni, «i litri di latte a fine annata 2015-16 non sono stati 430 milioni, come erroneamente annunciato dai trasformatori, ma 286. I pastori, infatti, non hanno prodotto latte in più, ma sono i trasformatori che sono stati incapaci di organizzare e programmare le produzioni».

Dito puntato contro la Regione, accusata di manifestare un «silenzio pesante e assordante».

Da qui la «necessità di aderire al Comitato di crisi» proposto da Coldiretti l'11 dicembre. Obiettivo del comitato, come riportato nella proposta di delibera – è quello di «condividere le strategie e riuscire a destare la Regione Sardegna attraverso ordini del giorno approvati dai Consigli comunali in cui si chiedono interventi concreti per il comparto: dalla trasparenza dei dati che consenta una normale contrattrazione del latte all'istituzione del Consorzio di secondo livello per aggregare tutte le cooperative al fine di mettere assieme oltre il 60% di Pecorino romano consentendogli di esercitare e di imprimere nel mercato la propria forza».

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