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“Idea di Sardegna”, Aula magna dell'Oggiano gremita per il dibattito sull'indipendentismo

Convegno promosso dalla sezione locale del Psd'Az. Presenti anche Pds, Sardigna libera, ProgReS, Gentes, Sardigna natzione, Libe.r.u, iRS, Fiu, Sardegna possibile, Rossomori, Anthony Muroni e il politologo Carlo Pala

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La giornata di ieri era densa di appuntamenti per le diverse sigle politiche attive sul fronte dell'autodeterminazione del popolo sardo. Buona parte di esse ha manifestato al mattino a Gonnosfanadiga (insieme a sindaci e comitati) per dire no all'impianto termodinamico della Energo Green; alcune, nel pomeriggio, erano parte attiva del corteo sassarese antifascista a seguito dell'aggressione squadrista subita dal collettivo “S'Idea lìbera”.

A Siniscola i vertici di Psd'Az, Partito dei Sardi, Sardigna libera, ProgReS, Gentes, Sardigna natzione, Libe.r.u, iRS, Fronte indipendentista unidu, Sardegna possibile e Rossomori, insieme a un Anthony Muroni sempre più impegnato sul versante della costruzione del fronte autodeterminista, si sono dati invece appuntamento per il convegno promosso dalla locale sezione sardista.

Con la volontà di partire dalle riflessioni contenute nel libro “Idee di Sardegna” di Carlo Pala («Unu libru pro fàghere e non pro iscontzare», come ribadito dal moderatore Roberto Carta), i sardisti locali (con Gigi Patteri in prima linea nell'organizzazione dell'evento) hanno trasformato l'Aula magna dell'Itcg, intitolata all'avvocato dei poveri Luigi Oggiano, in un primo terreno di confronto tra tutte queste sigle.

Volontà di capire cosa «non ha portato all'intesa» in passato e obiettivo di raggiungere «una sintesi»: queste l'alfa e l'omega del discorso introduttivo tracciato dal segretario cittadino Tore Guiso. «Necessità della convergenza» è quanto ribadito dal presidente Psd'Az Giovanni Columbu secondo il quale l'indipendenza «non è un obiettivo ma una condizione per poter agire in libertà. Destra e sinistra? Etichette».

L'introduzione alle tematiche del libro di Pala, dal cleavage alla terminologia, è stata affidata ad Antonello Pipere, ma è stato il giovane ricercatore e docente orunese a stuzzicare i presenti: «La società sarda – ha affermato Palarispetto a queste tematiche è molto più avanti rispetto ai partiti».

«Non sempre – ha sottolineato Pierfranco Devias (Libe.r.u) –, a volte è così, a volte il contrario. La società sarda non si è posta l'obiettivo di liberarsi, siamo noi che ci siamo messi in testa quest'idea ed è tra il popolo che dobbiamo stare attraverso la militanza quotidiana».

«Ma al popolo – così Gianfranco Congiu (Pds) – occorre dare delle risposte. Per evitare che non arrivassero soldi al comparto agropastorale abbiamo ingaggiato uno slalom giuridico, giurisprudenziale e lessicale». Dopo aver considerato la diversità il valore aggiunto del processo, l'esponente sovranista ha manifestato il proprio appoggio alla proposta di Cristiano Sabino (Fiu) in merito al manifesto di una scuola sarda.

Il docente sassarese, recentemente citato in un'interrogazione parlamentare per aver partecipato a un dibattito sull'occupazione militare in un liceo di Olbia, si è soffermato sul tema del conflitto: «Per anni è stato negato anche da una certa letteratura indipendentista. Il conflitto c'è e dobbiamo attrezzarci per vincerlo contro il polo politico italiano».

Conflitto centro-periferia ribadito da Bustianu Cumpostu (Sn): «Custu libru nos nche ponet in foras de sa chistione meridionale. Sa nostra no est una discriminatzione interna a unu cuntestu ma una sudditàntzia de su cuntestu nostru a s'italianu. Non perdamus custu trenu chi est colende in Europa».

Intervenuti anche tre esponenti dell'esperienza politica guidata tre anni fa da Michela Murgia: Marta Onnis di Sardegna possibile ha auspicato un «progetto che metta al centro la Sardegna e anche chi arriva qui cercando nuovi orizzonti»; Gianfranco Sollai di Gentes ha registrato la comunanza di vedute in merito alla «diagnosi», ma è sul concetto di «terapia» che ha marcato le differenze con chi, «portatore di palliativi», si allea con i partiti italiani; Gianluca Collu di ProgReS, citando il tavolo della “Alternativa natzionale” (composto dal suo partito, dal Fiu, da Gentes, da Sardigna libera e da Sardigna natzione), ha parlato di «atto di fiducia reciproca per chiedere fiducia alla società sarda»).

Gavino Sale, autocritico nei confronti dell'alleanza con il centrosinistra («B'amus proadu e amus bidu comente est finida»), ha rivendicato, in sintonia con Pala, il ruolo di iRS nella «rinascita dell'indipendentismo sardo»: «Semus intrados a Crèsia, amus iscutu bator frastimos e si sunt giradas finamentas sas òstias». Rifiutata la prospettiva di una Sardegna indipendente ma governata «dai gruppi di potere, nois semus orizontales e tundos».

Autocritica anche Claudia Zuncheddu (alle scorse regionali candidata con Sel). L'ex esponente sardista (ora Sardigna libera) ha proposto due percorsi: il recupero della storia e della lingua («chi mancu deo chistiono») e le battaglie nei territori («che ci avvelenano o che ce li svendono»). «Dobbiamo impedire – ha concluso – che la Sardegna diventi una piattaforma energetica e militare».

In rappresentanza dei Rossomori ha preso la parola Nino Fronteddu, consigliere comunale di Siniscola: «Dobbiamo portare avanti dei contenuti precisi per evitare che la nostra sia una sterile rivendicazione nazionalista senza idee. Siamo chiamati a compiere uno sforzo di elaborazione programmatica anche con rinunce da parte di ciascuno di noi nell'interesse del popolo sardo. Ho chiesto al presidente Muledda che il percorso parta dal basso».

Anthony Muroni, al quale sono state affidate anche le conclusioni («in quanto esterno al partito», come ribadito da Patteri), ha parlato della necessità di superare «l'agenda politica italiana» in favore di una sarda. Criticata la riforma degli Enti locali e il Cagliari-centrismo, la posizione del Pds («Vero, bisogna avere responsabilità di governo, ma non possiamo prenderci la responsabilità di governare con chi è artefice della nostra sudditanza») e quella del Psd'Az («È un anno che ve lo chiedo e da un anno non ho risposte: avete una responsabilità storica, volete guidare il processo? Abbiamo diritto di saperlo»). Quanto alla legge elettorale «la maggioranza regionale può riscattarsi almeno in parte in questa fase finale facendo in modo che la Sardegna abbia una legge elettorale la più proporzionale possibile». E in caso di vittoria? «Se l'Italia ci volesse male ci concederebbe l'indipendenza dall'oggi al domani, fino ad oggi l'autonomismo spinto sancito dallo Statuto non è mai stato applicato».

Sul ruolo del Psd'Az ha preso la parola anche il consigliere regionale Angelo Carta: «Su presidente nostru Columbu – ha dichiarato – at naradu chi su partidu depet abèrrere sas ghennas a totu cantos, ma non nd'amus galu faeddadu in su Consìgiu natzionale. Deo so de acordu pro sas alleàntzias ma in custa sala b'at gente chi pensat a su partidu sardu comente a un'inimigu».

Favorevole alla discussione della proposta di Columbu anche il militante sardista di Lula Giovanni Piras.

All'incontro, aperto dal Dirigente scolastico Andrea Antonio Fadda, ha portato i saluti di Scida, organizzazione di studenti indipendentisti, il torpeino Bernardino Pala.

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