Il Consiglio comunale di giovedì pomeriggio ha discusso della crisi idrica e delle restrizioni che stanno interessando il centro abitato di Siniscola, la frazione di La Caletta e l’agglomerato di S’Ena ‘e sa Chita. Numerosi i disagi per le attività economiche nel momento di maggior flusso turistico, ma anche per le famiglie costrette a sopperire con diversi espedienti.
Nella seduta, introdotta dal presidente del Consiglio Luigi Flori, il vicesindaco Marco Fadda ha fatto un excursus delle interlocuzioni avvenute tra l’Ente locale e il gestore del servizio idrico Abbanoa, ma anche di quanto emerso dall’incontro di mercoledì mattina in prefettura.
«Noi – queste le parole del titolare dei Lavori pubblici della Giunta Farris – stiamo pagando acqua potabile e quella vogliamo. Ci hanno detto che dobbiamo scegliere: o queste interruzioni o un protocollo attraverso il quale ci danno maggiore quantità di acqua superando però i target di potabilità».
Contrario a quest’ultima ipotesi, Fadda ha proposto al Consiglio la possibilità di una riduzione dei margini di chiusura per «provare a capire quanto si incide nella qualità della risorsa».
Dai banchi delle opposizioni, Lucio Carta (Siniscola insieme) ha ricordato che solo il 20% dell’acqua di Fruncu ‘e Oche arriva a Siniscola: «Il 19% va a Posada, il 18% a Budoni e un altro 18 a San Teodoro». Dopo aver accusato la Giunta di «essere in ritardo sulla questione» e ricordato al sindaco Farris di avere occupato la sorgente quando stava all’opposizione, Carta ha proposto di chiedere un incontro a Cagliari con Regione, Enas, Egas e Abbanoa: «In quella sede gli rovesciamo il tavolo».
Nino Fronteddu ha invece chiesto che sia l’assessore regionale LlPp a venire a Siniscola. Richiesti dall’esponente di Zente Nova / Unione per Siniscola una serie di interventi nell'immediato e il «rispetto della Carta dei servizi» sulla tempistica degli avvisi di interruzione e sui principi di eguaglianza «per non penalizzare alcuni territori». Citati «cinque milioni di investimenti per Dorgali e Oliena». «E non dimentichiamoci di Macomer», ha aggiunto Flori.
Franca Pau ha ricordato l'ordinanza di non potabilità del maggio scorso (la n.28) relativa a diverse frazioni. «Se a La Caletta e a Santa Lucia è già non potabile perché la chiudono? Il protocollo riguarda anche gli abitanti del centro abitato di Siniscola?».
Antonio Satta, capogruppo Zn-UpS, ha proposto di «organizzare una protesta popolare e, a mobilitazione in corso, ribaltare i rapporti di forza pena continuare ad essere ricettori passivi. Se Farris ha occupato Fruncu ‘e Oche quando stava all’opposizione, a maggior ragione dovrebbe farlo oggi. A La Caletta, nel 1985, si bloccò il paese». Paventata da Satta, «se prosegue la siccità, la chiusura dei rubinetti a Siniscola per tutti i giorni». Questa la seconda proposta: «Chiudere per qualche ora anche la condotta verso i centri galluresi. L’acqua è ripartita in modo diseguale».
Nella replica finale, Marco Fadda ha posto sul tavolo il problema degli annunci e della loro tempistica: «Abbanoa la comunicazione la dà all’ultimo momento per capire a che livello sono le vasche di accumulo. Se noi chiediamo di avvisarci due giorni prima, loro si prendono il sicuro e chiudono a prescindere dai livelli raggiunti».
«Chi più di me – ha concluso il sindaco Farris – capisce il problema dell’acqua con il lavoro che faccio? Due o tre anni fa si fece una condotta nuova per portare l’acqua di Fruncu ‘e Oche in Gallura. Allora era il momento buono per impedire che venisse realizzata. Dicono che se vogliamo l’acqua potabile devono chiudere perché temono che io li denunci. L’amministratore Ramazzotti mi chiama “il signor denuncia”».
Raccolta Flori la proposta dell'incontro a Cagliari «anche con il tramite di un documento unitario».