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"S'autonomista e su progressista”. Ricordati al comprensivo n.1 Giorgio Asproni e Salvatore Angelo Filippi

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Nell'ambito delle attività culturali previste per ricordare gli avvenimenti del 28 aprile del 1794, l’Istituto comprensivo n.1 di Siniscola ha aderito al programma regionale di eventi indirizzato a promuovere «la conoscenza della storia e dei valori dell’autonomia». In questa prospettiva, la biblioteca della scuola di via Silvio Pellico ha recentemente ospitato un convegno intitolato "S'autonomista e su progressista” e dedicato a due figure storiche del territorio: Giorgio Asproni, parlamentare repubblicano di Bitti, e Salvatore Angelo Filippi, sindaco di Siniscola per oltre un decennio nella seconda metà del diciannovesimo secolo.

Dopo i saluti del Dirigente scolastico, Antonella Piredda, e del primo cittadino siniscolese, Gianluigi Farris, il Professore Antonello Pipere ha moderato il dibattito al quale hanno partecipato Giacomo Floris, Salvatore Moreddu e Vittorio Sella.

Floris, docente di Storia medievale presso l’Università di Barcellona, ha tracciato un excursus storico inerente alla Baronia di Posada negli anni tra la cessione del feudo e l’Unità d’Italia. Citate le condizioni della popolazione della Baronia, soprattutto in materia fiscale: «In questo feudo, ultimo ad essere abolito a livello europeo – ha asserito –, le imposte erano immutate per 600 anni».

Moreddu, ricercatore presso l’archivio di Stato di Nuoro, ha invece delineato i passaggi genealogici della famiglia Filippi proveniente dalla Corsica.

Ultima relazione quella di Vittorio Sella, storico di Bitti da anni trapiantato a Siniscola. Attraverso la sua narrazione, i presenti hanno rivissuto l’epopea dell’uomo progressista, penna del Corriere di Sardegna, consigliere provinciale a Sassari e redattore di un contributo per la Commissione Depretis sui problemi della Sardegna.

Strenuo difensore degli ultimi contro lo stato d’assedio imposto a seguito di una ribellione contro la tassa prediale del 1851 (ebbe a dire che i siniscolesi «sono di indole dolcissima quando però sono governati con giustizia»), Filippi fu a sua volta oggetto di persecuzioni: «Un delatore, costringendolo a quattro anni di latitanza, lo aveva denunciato come nemico del trono e dell’altare».

Perché progressista? «Perché – ha concluso Sella – era nemico dei potentati locali, esterni ai Consigli comunali, che determinavano le scelte politiche. Per questo propose l’allargamento della base elettorale».

Ricordato anche l’epitaffio di Giorgio Asproni (amico di infanzia di Filippi, compagno di studi e con il quale ebbe una fitta corrispondenza epistolare) pubblicato sul giornale Il Pungolo: «Era una bella intelligenza e avrebbe potuto figurare con bella fama se non si fosse rintanato nel suo paese natio dove ebbe continue persecuzioni per invidie e gelosie. Ne sentiranno la perdita».

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