Attraverso due ordinanze del 12 luglio, la n.62 e la n.63, il sindaco ha istituito due colonie feline nel territorio comunale di Siniscola. La prima è localizzata nei pressi dell’area circostante la piazza Don Migliorisi e la via Deffenu (vicino all'ex mercato civico); la seconda in località “S’Arenarju”. I due provvedimenti interessano una sessantina di gatti, come da relazione del veterinario Assl: circa cinquanta nella prima colonia e circa dieci nella seconda.
Da tempo alcuni cittadini chiedevano all’Ente locale una misura per meglio accudire gli animali stanziatisi. Ora, con l’emissione dei due atti, la gestione sarà effettuata dai tutor (nominati negli stessi provvedimenti) che assumeranno tutti gli obblighi di accudimento, osservazione e cura, «nonché – si legge nei documenti – di pulizia e igiene dei luoghi di ricovero e nutrizione conformemente al loro uso».
Nei mesi scorsi, nell’area dove è stata istituita la prima colonia, si sono verificati alcuni episodi di maltrattamento animale condannati pubblicamente dallo stesso primo cittadino (episodi simili anche a La Caletta e Capo Comino). Polpette avvelenate, ma anche investimenti con l'automobile.
Presso l’ex mercato civico, dove si trova lo stabile che ospita gli uffici del servizio sociale e tecnico, il comando dei vigili urbani e il magazzino degli operai comunali, i gatti stanziano da tempo riproducendosi copiosamente. «Siamo in due – queste le parole rilasciate precedentemente da due cittadine residenti – che ci occupiamo di loro. Trovano riparo nella cantina dell’abitazione dove viviamo e, a nostre spese, diamo loro da mangiare».
La legge n.281 del 1991, all’articolo 2.7, vieta a chiunque di maltrattare i gatti che vivono in libertà, «ma spesso – come ribadito dalle due signore – è successo che alcuni di loro sono stati avvelenati o investiti, altri sono scomparsi nel nulla oppure vengono trattati male da persone incivili e prepotenti».
Secondo l’articolo 2.8 «i gatti che vivono in libertà sono sterilizzati dall’autorità sanitaria competente per territorio e riammessi nel loro gruppo», previa istituzione della colonia da parte del Comune. Ora che la comunità è stata riconosciuta «è vietato a chiunque - come riportato nell'ordinanza - ostacolare o impedire l'attività di gestione, nonché asportare o danneggiare gli oggetti utilizzati per l'alimentazione e la cura degli animali».