Con le sue bombolette “Montana 94” e con tanto sacrificio, Giorgio Forlano aveva deciso dei rendere omaggio a Diego Armando Maradona. Un tributo artistico ad un artista del gioco del calcio recentemente scomparso. GioFoe, classe 1988, aveva deciso di utilizzare una facciata del faro di Capo Comino per tale lavoro. Un lavoro che però ha dato fastidio a qualcuno, con un’ignota e triste mano di bianco che ha deciso di oscurare la luminosità scaturita dall’azione grafica di una promessa della street art. Un’ignota e triste mano di bianco che ha coperto l’espressione più sincera della “Mano de Dios”, quella immortalata con la maglia biancoceleste della sua nazionale argentina e con la fascia da capitano sul braccio. Un messaggio molto chiaro: l’arte, per avere cittadinanza, deve superare il giudizio di un “buonsenso” che vede nel “Pibe de oro”, nel “Barrilete cosmico”, soltanto i suoi difetti. Difetti peraltro ber riscontrabili in molte altre personalità di spicco che però non hanno avuto la “colpa” di nascere tra i poveri e di questi farsi portavoce, ad Acerra come nel suo cono sud latinoamericano. Chiamiamo in causa il moralismo imperante (e in questi casi intollerante) perché altro non può essere chiamato in causa. La legalità? Ma non è stato il Comune – sappiamo – ad aver agito. Il decoro? Ma è stato cancellato soltanto il ritratto di Diego. Chi ha coperto l’immagine di quel ragazzo venuto dalle periferie di Buenos Aires ha agito ben supportato da una narrazione che scredita l’uomo dal pulpito di chi non prende le distanze dalle nefandezze del calcio moderno. Chi ha agito così non ha però fatto i conti con l’inaspettato. Quella triste e violenta mano di bianco - ci sarebbe paradossalmente da ringraziare tanta meschinità - ha reso epico il murale di Giorgio. Un giovane artista che merita supporto.