«Ridare un senso alla storia italiana e fare in modo che dalle lezioni si impari qualcosa». Sta qui il senso della proposta di Zente Nova presentata al Consiglio comunale volta a cambiare l'intestazione della scuola elementare di via Gramsci. Nel marmo all'ingresso del caseggiato spicca il nome di Carmelo Cottone: «Non l'uomo sbagliato al momento sbagliato - come ha affermato Antonio Satta - ma un alto esponente del regime fascista e collaboratore del ministro Bottai che non ha mai neppure fatto mea culpa». Per Satta il suo operato è stato quindi decisivo nella «fascistizzazione della scuola italiana». «Oggi Siniscola è l'unico posto in Sardegna con una scuola intitolata a un fascista»; un uomo che si opponeva persino alla pratica del podestà locale di «minimizzare gli attriti» e che contribuì alla repressione nei confronti della maestra Mariangela Maccioni. La scelta di deintitolare la scuola a Cottone va quindi di pari passo al suggerimento di sostituire quel nome con quello di un partigiano nato a Siniscola e morto in Liguria, Remo Aldo Tosi. Dopo la relazione di Satta ha preso la parola il consigliere Lapia, capogruppo del Pd che - a nome del suo partito - non ha esitato a bollare la proposta di Zente Nova «revisionista e anacronistica». Lapia ha citato le parole di Albino Bernardini che descrisse Cottone come un «maestro dai modi gentili, comprensivo, ispirato da autentico slancio educativo, con metodi didattici semplici e modesti, diversi da quelli autoritari dell'epoca in cui eravamo tutti fascisti e vi era un'adesione in cui era difficile sottrarsi». Tirati in ballo anche i consiglieri che nel 1974, su indirizzo della delibera della Direzione didattica votarono a favore dell'intestazione (ma ai quali Satta riconosce il beneficio del dubbio: «è probabile che non fossero a conoscenza del passato di Cottone») e la Giunta di sinistra del 1996 che pose una lapide commemorativa. Dello stesso tenore il vicesindaco Lucio Carta: «Non può essere Zente Nova ad insegnarci la storia». Per Carta l'antifascismo - riferendosi anch'esso alla delibera consiliare di quarant'anni fa - era più sentito nel 1974 e «inoltre ho parlato personalmente con Tore Muravera dell'Anpi che non è sulle vostre posizioni». Antonello Pipere ha ripreso la relazione già presentata precedentemente sostenendo la velleitarietà della proposta di Zente Nova, la mancanza di approfondimenti necessari e il fatto che il fascismo si affermò nel 1922, «ben prima del ruolo ricoperto da Cottone». Dai banchi delle opposizioni il “turbamento” di Peppe Mele, che ha riportato le opinioni di alcuni cittadini disinteressati alla questione, e l'appoggio di Fronteddu alla proposta di Zente Nova. Satta ha ripreso la parola per controbattere alle «mistificazioni» della maggioranza. «Noi – rivolgendosi a Pipere - parliamo del Cottone fascista, non di quello del dopoguerra, quando la società ha imposto a molti una condotta diversa». In riferimento all'Anpi - e alle parole di Lucio Carta - «il direttivo è venuto qui, ha letto il documento ed è d'accordo». «Dovete prendervi le responsabilità oggi – ha poi proseguito – e non tirare in ballo un consiglio comunale del 1974». Infine una risposta a Piero Carta, il quale ha dichiarato di aver parlato con il sindaco di Savona che non conosce Remo Aldo Tosi: «li c'è una lapide, magari il sindaco è del Pd ed è più intento a fare altro». Intervenuta - dal pubblico - anche Monica Pusceddu, presidente della sezione locale dell'Anpi: «ho paura che qui ci sia un gioco politico volto a non offendere chi ha votato la delibera nel 1974». «In quel tempo – ha proseguito - non erano tutti fascisti, chi non lo era ha combattuto anche per la democrazia che esercitiamo oggi». «Inoltre – ha concluso – parlerò con Muravera in quanto mi sembra assurdo quanto sentito stasera». Celentano, dopo aver ammesso che «non è facile assumere posizione nei confronti di chi ha deciso all'unanimità di intitolare questa scuola a Cottone» e che «non vi è alcun gioco politico» ha sottoposto la proposta a votazione; proposta ampiamente respinta con i soli voti favorevoli di Satta e Fronteddu e l'astensione del centrodestra di Farris, Mele e Fadda.