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Approvato il regolamento sull'Imposta unica comunale

Duro scontro in aula tra proposte accolte e emendamenti respinti. Sotto accusa il capitolato sulla raccolta dei rifiuti

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Con deliberazione consiliare del 20 maggio è stato approvato a maggioranza il regolamento comunale per l'istituzione e l'applicazione dell'Imposta unica comunale. La Iuc si compone dell’Imu, di natura patrimoniale, dovuta dal possessore di immobili, escluse le abitazioni principali e relative pertinenze, e di una componente riferita ai servizi, che a sua volta si articola nel Tributo per i servizi indivisibili (Tasi), a carico sia del possessore che dell’utilizzatore dell’immobile, destinata a finanziare i costi dei servizi indivisibili del Comune; e della Tassa sui Rifiuti (TARI), a carico dell’utilizzatore, destinata a finanziare i costi del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti. Queste le scadenze: il versamento della Tasi è fissato in due rate, con scadenza 16 giugno e 16 dicembre; quello della Tari in quattro rate, con scadenza 31 marzo, 31 maggio, 30 luglio, 30 settembre; infine quello dell’Imu prevede l'acconto il 16 giugno e il saldo il 16 dicembre. Il regolamento lascia la possibilità del pagamento in unica soluzione entro il 16 giugno di ciascun anno. Dopo un acceso dibattito, con anche una sospensiva della seduta, la Giunta ha accettato la proposta delle opposizioni di estendere la riduzione del 50% della TARI per le famiglie nel cui nucleo familiare sia compreso un disabile con invalidità pari o superiore al 66% (si veda il nuovo art.26 comma b). Al regolamento sono stati proposti alcuni emendamenti dal consigliere Fronteddu. Accolta dalla maggioranza la modifica dell'articolo 9 in chiave più garantista (a pagina 10 del documento che alleghiamo qui sotto): «l’accesso ai locali ed alle aree assoggettabili a tributo viene disposto solo quando i dati e le notizie non siano rilevabili da pubblici uffici, Enti di gestione di servizi pubblici o attraverso l’inizio di questionari informativi». Respinti gli altri emendamenti tra i quali quello che proponeva alcune riduzioni per determinate attività: 70% per autocarrozzerie, officine di carpenteria metallica, verniciatura, galvanotecnici e fonderie; 50% per Tipografi, stamperie e vetrerie, autofficine per riparazione veicoli, gommisti, autofficine di elettrauto, lavanderie e tintorie; 40% per ambulatori medici e dentisti privati; 35% per falegnamerie e pasticcerie; 25% per rosticcerie. Messo ai voti il regolamento ha visto il voto contrario dei consiglieri Fadda, Farris, Mele Fronteddu e Satta. Due le dichiarazioni di voto. Per Fronteddu (LiberaMente) il regolamento «prosegue sul filo dei precedenti con la politica delle tasse e della cattiva organizzazione dei servizi». «Abbiamo capito - ha proseguito Fronteddu - che questa maggioranza non è libera ma ancorata ai conti di ragioneria, agli appalti sbagliati e onerosi e invece non introduce quei correttivi da lungo chiesti dalle opposizioni per operare riduzioni che in questo grave momento di difficoltà economica aiuterebbe famiglie ed imprese». Duro anche Satta (Zente Nova): «Le poche riduzioni ed agevolazioni sono cucite sopra alcune attività ed escludono totalmente altre. Bisognava andare incontro alle fasce deboli della popolazione e alle attività produttive in difficoltà». Sotto accusa il «capitolato capestro sui rifiuti da 3 milioni e 300 mila euro l’anno». Per Satta non sono neppure rispettati i principi di legge: «non dovrebbe pagare la Tasi chi di quei servizi non usufruisce; perché dovrebbe pagare la pulizia delle strade, l’illuminazione pubblica, la cura del verde pubblico, chi abita in zone dove questi servizi mancano?». Satta ha anche rivendicato il principio della “tariffa puntuale”: «bisognerebbe redigere un regolamento che faccia pagare in proporzione ai rifiuti realmente prodotti».

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