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Zente Nova sulla condanna del Comune a corrispondere oltre 200mila euro per occupazione usurpativa: «ci chiediamo perché non sia stata attuata procedura obbligatoria di espropriazione»

«avremo risparmiato oltre 100mila euro. Danno prevedibile ed evitabile»

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Zente Nova ha recentemente richiesto un accesso agli atti circa una causa legale persa dal Comune.
«Il Comune di Siniscola, recentemente ha deciso di transare una causa, già persa con la sentenza del Tribunale di Nuoro n. 450/2012. Una causa dove, peraltro, a suo tempo non si era nemmeno costituito in giudizio; ovvero, quando si poteva cercare di evitare la prosecuzione del contenzioso, conciliando quantomeno in quell’occasione, il Comune ha preferito nascondere la testa sotto la sabbia» spiega il gruppo di opposizione. «Il Comune è stato condannato al pagamento di oltre 200mila euro in quanto  1999 – vice sindaco e assessore ai LL.PP. era Rocco Celentano – lo stesso Comune occupava d’urgenza alcuni terreni privati a cui, però, non veniva dato seguito alcun decreto di espropriazione; tanto che, così agendo, da occupazione d’urgenza quella occupazione è stata definita dal Tribunale quale “occupazione usurpativa”».

Secondo quanto affermato da Zente Nova, la somma richiesta al Comune consiste in «oltre 104mila euro a titolo di indennità di occupazione temporanea e di altri 102mila euro corrispondenti al valore del terreno per un totale di oltre 206 mila euro a cui si aggiunge, anche, la condanna al pagamento di tutte le spese processuali, nonché il pagamento integrale delle spese di consulenza d’ufficio disposta dal Tribunale medesimo: parliamo di altri 20 mila euro circa da sommare». Seguono richieste chiarificatrici: «perché dopo aver occupato quei terreni, il Comune non ha seguito la corretta obbligatoria procedura e, quindi, non vi è stato alcun decreto di espropriazione? se nel 1999 – vice sindaco e assessore ai LL.PP. era Rocco Celentano – si fosse ottemperato ai propri doveri e ai dettami della normativa, oggi, avremo risparmiato oltre 100 mila euro, vale a dire il Comune avrebbe pagato solo il prezzo dell’esproprio (102 mila euro) e non il risarcimento del danno (104 mila euro) né le spese legali di un giudizio inutili». «Ancora una volta, i nostri Amministratori, con i loro atti di conciliazione potranno vantarsi di saper risparmiare sugli interessi maturati sui risarcimenti dei danni dovuti anche quando il danno era prevedibile ed evitabile» conclude il gruppo.

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