«Preso atto che dagli esami chimici sono risultati fuori norma i parametri trialometani, l’acqua non è idonea per l’uso potabile e alimentare». Con questa formula – contenuta nell'ultima ordinanza sulla potabilità dell'acqua in riferimento alle frazioni – se ne bandisce l'utilizzo a Santa Lucia, La Caletta e a «tutte le utenze fornite e collegate della stessa acqua». Nulla di nuovo sotto il sole: nel sito ufficiale del Comune sono presenti le diverse ordinanze degli ultimi anni e la questione è ormai ciclica, con tempi piuttosto ravvicinati. Permane un dubbio: se l'attuale ordinanza vieta nelle frazioni qualsiasi uso alimentare e potabile, così non è nella penultima (inerente alla rete idrica di Siniscola) che modifica parzialmente quella emessa il 20 agosto. Nell'ordinanza di rettifica si legge infatti che a Siniscola - ad esclusione delle utenze fornite da Fruncu 'e Oche dove l'acqua è potabile - l'utilizzo della risorsa idrica, pur in presenza di trialometani, è consentito per preparare pietanze laddove essa non sia componente principale (come ad esempio pasta e risotto) e per la cura dell'igiene. Non risultano quindi definite - almeno stando alla lettura delle ordinanze - le possibilità di utilizzo da parte dei cittadini, se si considera che «la maggior parte dei THM, in quanto volatili, passano nell’aria una volta che si sono formati. È possibile perciò essere esposti anche per via inalatoria attraverso la doccia o durante le pulizie domestiche» (come affermato dalle linee guida dell'OMS). Siamo quindi nella fattispecie più ampia di “consumo umano” ed oltre la sfera del solo uso potabile e alimentare. Ad ogni modo resta la difformità nelle ordinanze circa il diverso utilizzo dell'acqua in presenza di trialometani.