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Aliquote: Sindaco e Giunta diffidati dalle opposizioni

Ma trascorso il tempo indicato, le minoranze non ottengono nessun “riscontro positivo”: «segnaleremo agli organi competenti le verifiche del caso»

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Non accenna a finire la polemica sulla questione aliquote. Le opposizioni unite hanno di recente depositato una diffida al Sindaco e alla Giunta con il fine di oscurare «tutti i manifesti affissi», di bloccare e ritirare «i volantini diffusi afferenti la tassa rifiuti» e di ristampare «a carico dei componenti della Giunta» altri 50 manifesti e 300 volantini «con evidenziata in colore rosso e in grassetto la frase “Rettifica errata comunicazione da parte dell’Amministrazione comunale sugli aumenti della tassa rifiuti”». Per le opposizioni, il testo nel quale la Giunta assicura di non aver aumentato le tariffe rifiuti (Tari) per le abitazioni, bensì di averle abbassate o di averle aumentate mediamente solo dello 0,80%, non corrisponderebbe al vero; e tale affermazione sarebbe viziata dal confronto tra la Tari di quest'anno e la Tares di quello trascorso che, però, comprendeva anche la tassazione dei servizi indivisibili (oggi soggetti alla Tasi). «La Tares – si legge nella diffida - per essere comparata alla Tari deve essere spogliata della quota fissa dei servizi indivisibili, ovvero 0,30 centesimi a mq (come, a suo tempo, deliberato dal Comune di Siniscola) che oggi sono versati separatamente dalla tassa rifiuti attraverso la Tasi». Secondo i calcoli dei gruppi di minoranza, gli aumenti arriverebbero fino al 16,76%. La diffida, depositata il 18 settembre, poneva anche un limite di tempo: «Vi significhiamo, inoltre, che qualora non ricevessimo e/o vi fosse Vostro riscontro positivo entro 3 gg. del ricevimento della presente, segnaleremo agli organi competenti le verifiche del caso». Nessun riscontro: «noi – così il primo cittadino Rocco Celentano - non dobbiamo rettificare nulla, abbiamo detto la verità indicando che complessivamente vi è stata una riduzione della pressione fiscale. Abbiamo citato la delibera che non può essere un atto falso. Dopodiché ognuno è libero di procedere come meglio credere».

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