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Alienazione o valorizzazione? Approvato il Piano

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Il consiglio comunale di lunedì pomeriggio ha approvato il piano delle alienazioni e della valorizzazione dei beni pubblici (il cui valore globale è di 537mila euro) e il Bilancio di previsione. Scontro tra maggioranza e opposizioni in entrambi i punti all'ordine del giorno. Le diverse visioni sullo sviluppo di Siniscola sono state infatti condite da pesanti accuse.
Se Zente Nova ha parlato di svendita del patrimonio pubblico, Piergiorgio Lapia ha stigmatizzato l'operato del consigliere Satta reo, a suo modo di vedere, di essere stato il primo a voler svendere i gioielli di famiglia. «Siete incoerenti – ha tuonato Lapia – e ti leggo il verbale di come hai votato sul Puc». Dalla lettura emergeva  la volontà contraria del gruppo di Satta che, infatti, non ha esitato a replicare: «abbiamo votato contro il Puc proprio perché avete tagliato le volumetrie del pubblico, la tua accusa è infondata e con il piano che state portando oggi in consiglio dimostrate che siete voi a volervi disfare del patrimonio di tutti i siniscolesi». Conferma del Puc a danno del pubblico anche nelle parole di Farris: «anche se ho votato a favore». Per Fronteddu il piano delle alienazioni è senza mezzi termini «una pagliacciata».
Ma il piano approvato serve a vendere oppure no? «Il piano siamo obbligati a redigerlo, ma non c'è nessuna volontà politica di vendere, questo non è un atto di vendita», così Celentano. «Non è vero che siete obbligati a inserire beni e terreni in questo piano, forse volete fare quadrare i conti del bilancio», la risposta di Satta. «Sul bilancio non c'è neanche un euro derivante da questo piano», la replica dell'assessore Pipere.
Il dibattito ha subito una svolta con l'intervento di Giuseppe Mele: «alienare alcuni beni comunali può essere una soluzione, quindi non vedo il perché si insiste a dire che non si deve vendere. Se la situazione lo richiede e, congiuntamente a un serio piano di programmazione, si deve vendere per far fronte a delle urgenze». Mele si è soffermato sulla questione sollevata da Satta in merito ai reliquati di Santa Lucia a suo tempo racchiusi abusivamente da recinzioni («in effetti, inserendo quelle porzioni nel piano, si corre il rischio di trasformare l'azione amministrativa in una sanatoria») pur non vedendo altre alternative. Ma anche sull'Ostello della gioventù de La Caletta. Celentano, nel voler confermare la volontà di non alienare, ha sostenuto che non si può vendere perché mancano le lottizzazioni. Ma per il consigliere di minoranza «può lottizzare in seguito chi lo compra, a patto però che venduto ad un prezzo rispondente al suo effettivo valore e non poco più di 60 mila euro».
Con l'intervento di Mele, sia Celentano che Pipere hanno rimodulato la posizione dell'amministrazione: «accogliamo la proposta di Mele sottolinenando l'attuale indisponibilità a vendere».
Il rimando alla possibilità di vendere terreni ed edifici in un successivo momento ha dato però a Satta la possibilità di approfondire la tesi del suo gruppo: «i bilanci di previsione possono subire variazioni, quindi ci si prepara alla vendita». Per Zente Nova l'obiettivo rimane quello di mantenere la proprietà pubblica: «dobbiamo mantenere gli edifici e valorizzarli intercettando dei finanziamenti. A La Caletta paghiamo l'affitto per la Biblioteca».
Voto finale: maggioranza compatta a favore, Mele astenuto, Farris, Fronteddu e Satta contrari. Sul Bilancio stessa contrapposizione e uguale votazione conclusiva (eccezion fatta per Mele assente al secondo punto).

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