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Aras: «Il latte sardo è antibiotico free»

«La Sardegna pronta alla sfida della Ue per l'abolizione dei farmaci per gli animali»

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I controlli sul latte in Sardegna sono al top. Nessun altro può garantire latte sicuro e antibiotico free come nell'isola.

Ad assicurarlo sono i tecnici dell'Associazione regionale allevatori che monitorano quasi la totalità del latte vaccino e quasi il 70 per cento di quello ovicaprino.

“Siamo tra le regioni più virtuose grazie ad un sistema di controlli collaudato che garantisce la salute dei consumatori” assicura Ignazio Ibba Capo Servizio responsabile del laboratorio Aras dove viene analizzato la maggior parte del latte prodotto nell'isola.

Dal 2010, quando sono state scritte le linee guide regionali, che recepiscono la normativa comunitaria, la macchina regionale dei controlli del latte è vicina all'eccellenza e si basa su una serie di verifiche incrociate, tra caseifici, Aras, Asl e istituto zooprofilattico, che non lasciano spazio all'errore.

“Abbiamo messo in campo un programma di assistenza su due livelli interdipendenti: uno sui controlli latte e l'altro sulla prevenzione e trasmissione di informazioni agli allevatori – spiega il direttore dell'Associazione Marino Contu –. Il successo è palese e testimoniato dai numeri: oggi siamo gli unici che possiamo certificare di produrre latte e carni sane, sicuri e di qualità, provenienti da allevamenti allo stato brado che rispettano il benessere animale”.

“I controlli avvengono all'interno di un sistema che garantisce il consumatore finale - assicura Ignazio Ibba -. Ogni mese il latte di ogni singolo allevatore è analizzato due volte, mentre quello della cisterna dei camion che effettuano la raccolta del latte è quotidiana. Nel caso di presenza di antibiotici, inviamo in meno di 24 ore la lettera al caseificio e alla Asl competente che provvedono a bloccare l'allevatore. Mentre il latte contaminato viene destinato al biogas. Insomma è garantito al 100 per cento che quel latte non sarà consumato o trasformato in formaggio”.

“La media di positività – spiega ancora il tecnico – è tra le più basse al mondo. Stiamo parlando di 2 casi ogni mille provette analizzate per l'ovino e il caprino, 3 ogni mille per il vaccino. La rinomata Germania, Baviera, (dati della scorsa settimana) è a 6 ogni mille. Questi pochi casi sono dovuti nella maggior parte dei casi a negligenza e mancanza di coordinamento in allevamento”.

Vista la quantità industriale di analisi effettuate dal laboratorio Aras, questi dati rispecchiano la realtà. “Ne effettuiamo ogni anno oltre 11mila per i vaccini, 85mila per gli ovini e 14mila per i caprini – ricorda Mario Cataldi Capo Servizio Provinciale dell'Aras Oristano -. Nel 2010 ne abbiamo effettuato quasi la metà”.

Il sistema è comunque articolato e prevede un lavoro di squadra. “Oltre ai controlli diretti – rimarca sempre Cataldi –, il consumo dei farmaci per animali è tracciato. Ogni azienda ha un registro dei medicinali molto dettagliato e puntuale; il farmacista alla consegna dell'antibiotico invia in automatico la ricetta alla Asl”.

“Questo nostro sistema si inserisce all'interno di una politica comunitaria molto sensibile al tema e per questo molto rigida – dice il presidente dell'Aras Sandro Lasi -. Negli Usa per esempio la metà dei medicinali per animali è utilizzato, legalmente, sotto forma di ormoni della crescita. Da noi questo non solo è vietato, ma la Ue si sta indirizzando verso la messa a bando degli antibiotici”.

“Gli allevatori sardi sono pronti ad accettare questa sfida – commenta il Coordinatore Veterinario della Provincia di Oristano Sebastiano Floris -. Grazie anche alla misura del benessere animale per gli ovini, siamo arrivati a contatto con la quasi totalità degli allevatori con lezioni in aula e visite in aziende. La prevenzione si è effettuata sia dal punto di vista igienico sanitario che con i vaccini per le malattie più frequenti. I dati della carica batterica (dimezzati in 10 anni) dimostrano l'efficacia del lavoro e la ridotta necessità di intervenire con gli antibiotici. Adesso limitati alle emergenze e somministrati a ragion veduta, dopo le analisi e la prescrizione medica. In questo modo i pochi animali sottoposti ad antibiotici vengono isolati e sono più facilmente gestibili”.

 


 


 

 

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