“Lo Stato, in tema di revisioni auto, ha tirato a decine di migliaia di centri di revisione privati un bel “pacco” di Natale”.
La denuncia arriva da Confartigianato Imprese Sardegna alla luce del tariffario aggiornato per le operazioni di competenza degli Uffici provinciali della Motorizzazione Civile, pubblicato ed entrato in vigore pochi giorni fa, che sta causando notevoli disagi agli automobilisti ed alle imprese di revisione.
“Un caos su tutta la linea –spiega Stefano Mameli, Segretario regionale di Confartigianato Imprese Sardegna - da un lato ci sono le officine private autorizzate ex art 80 del Codice della strada, che, da un giorno all’altro, si sono trovate un aumento di 1,20 euro in favore dello Stato da imputare nei relativi bollettini, nonostante recenti, contrarie precisazioni della Direzione Generale della Motorizzazione”. “Dall’altro – continua Mameli - questo inghippo ha mandato in tilt, con frequenti interruzioni, il sistema che regola i collegamenti tra i centri privati ed il CED della Motorizzazione, impedendo di fatto l’effettuazione della revisione con un grave danno ai consumatori che non possono rendere utilizzabile la loro auto”.
L’Associazione degli Artigiani della Sardegna denuncia l’atteggiamento ambiguo e contraddittorio della Direzione Generale della Motorizzazione.
L’Amministrazione infatti, da un lato, ha sempre negato di affrontare in maniera organica le pressanti richieste di adeguare le tariffe delle revisioni, ferme dal 2007, anche a fronte dei notevoli investimenti effettuati dalle imprese per il nuovo protocollo di comunicazione MCNet2, e dall’altro, ha, invece, trovato il modo di garantire maggiori introiti per le casse dello Stato, attraverso disposizioni dell’ultima ora che stanno provocando disagi agli utenti e sconcerto tra gli addetti ai lavori.
“Uno scandalo vero e proprio – conclude il Segretario Regionale di Confartigianato Imprese Sardegna – le nostre imprese hanno fatto sforzi pazzeschi per adeguarsi al protocollo MTCNet2 effettuando numerosi interventi sulle attrezzature e acquisirne di nuove con un investimento complessivo in Italia tra 100 e 150 milioni. A fronte di questo, il Governo ha continua a non riconoscere l’adeguamento delle tariffe palesemente in contraddizione con quanto stabilito dalla legge sulle revisioni”.