Dopo 8 anni, per la prima volta, cresce il numero delle imprese artigiane della Sardegna. Nel terzo trimestre 2016 i numeri parlano di una crescita regionale (saldo aperture-chiusure) di +27 imprese (+0,07%) contro il -429 del primo trimestre e il -59 del secondo. Dal 1° gennaio, in ogni caso, perse 461 imprese artigiane.
Sono questi i dati certificati da Infocamere-Movimprese e rielaborati dall’Ufficio Studi di Confartigianato Sardegna.
Col segno positivo anche le rilevazioni territoriali con Oristano che registra una crescita di 14 imprese, Nuoro 11, Sassari 5 mentre Cagliari, in controtendenza, segna un -3 imprese, unica provincia con il segno negativo.
Tra i macrosettori, crescono i servizi alla persona (+24 imprese) e il manifatturiero (+5) mentre calano ancora edilizia (-8) e trasporti (-10).
A livello nazionale le imprese artigiane crescono in solo 4 regioni: Valle D’Aosta (+0,16%), Calabria (+0.10%), Sardegna (+0,07%) e Trentino (0,01%) contro una media italiana che decresce del 0,15%.
“Nessun trionfalismo però constatiamo che, dopo 8 anni consecutivi con segno meno, il saldo delle imprese sarde segna un tasso positivo - commenta la Presidente di Confartigianato Imprese Sardegna, Maria Carmela Folchetti – è una indicazione molto flebile ma se la paragoniamo con i dati dei primi due trimestri significa che il settore è vivo e ha voglia di crescere”. “Ma questo significa anche che molti espulsi soprattutto da grosse realtà produttive che hanno chiuso – continua la Presidente - tentano di sopravvivere aprendosi una loro attività. E’ un segno inequivocabile di un sistema produttivo che stenta a ripartire”.
Tra i vari settori, come rilevato nei mesi scorsi da Confartigianato Sardegna, crescono i servizi alla persona e benessere come i barbieri, parrucchieri, servizi di manicure e pedicure, e centri estetici (4.184 imprese attive e un +22 in termini assoluti); positivo anche il segnale proveniente dal manifatturiero come, per esempio, l’agroalimentare o le manutenzioni e riparazioni (7.886 imprese e +5 sempre in assoluto).
Al contrario soffrono ancora troppo i due settori più importanti dell’economia artigiana sarda: edilizia e trasporti. Il primo perde 8 realtà e si attesta a 13.605 imprese registrate mentre il secondo va giù di 10 unità, riportando un totale di 2.707 imprese.
“In ogni caso, dal 1 gennaio al 1 settembre, la Sardegna ha perso 461 imprese artigiane, realtà che hanno abbassato le saracinesche per non risollevarle più – riprende la Folchetti – significa che l’arretramento del comparto, che noi denunciamo da parecchi anni, è ancora pesante. Ogni giorno, nonostante gli sforzi immani degli imprenditori, il mercato rimane asfittico, la burocrazia è ancora tentacolare, la mancanza di credito è costante e la concorrenza sleale è un avversario difficile da battere”.
Confartigianato Imprese Sardegna sottolinea come l’edilizia sia un settore da proteggere perché è il comparto che ha visto la più pesante fuoriuscita dal mercato di imprese e di lavoratori. Per l’Associazione Artigiana una delle chiavi per la ripresa sta nella ristrutturazione e nella riqualificazione energetica di oltre 90mila immobili e abitazioni vecchie e in cattive condizioni. Tale segmento di mercato è infatti l’unico ad aver registrato un incremento nel corso degli anni, soprattutto grazie agli incentivi fiscali rafforzati.
“L’impresa che dovremo affrontare nei prossimi mesi e anni – conclude la Presidente - sarà quella di consentire sia alle imprese che aprono, sia a quelle che resistono, di poter stare sul mercato, creare reddito e di poter competere con il resto del mondo. Gli incentivi per le imprese e i processi di internazionalizzazione, per i quali la nostra Associazione ha lavorato con la Regione, rappresentano punti fermi dai quali ripartire e sui quali bisogna puntare sempre più”.