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Unione per Siniscola: «Rammarico per i Cittadini in Movimento, ma meglio che sia capitato adesso». Zente Nova: «Sarà l'assemblea a decidere la lista, forse è questo il problema»

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«Rammarico». Il gruppo Unione per Siniscola ha così manifestato la propria posizione a poche ore di distanza dal comunicato di rottura diramato dai Cittadini in Movimento. «La decisione è arrivata a ciel sereno, inaspettata e senza apparenti ragioni comprensibili. Infatti nessuna divisione sui programmi, nessuna divisione sul metodo, lavoro collegiale nelle commissioni, riunioni sempre super partecipate e democratiche dove ogni singolo cittadino, anche non appartenente ai gruppi, poteva esprimere le proprie valutazioni e proposte».

Per il gruppo del consigliere Nino Fronteddu «le critiche espresse nel documento ultimo appaiono false e pretestuose e non fanno onore a chi, così spudoratamente, mente. Aggiungiamo che metà del comitato è rimasto nell’alleanza, e di questo siamo estremamente contenti perché ricco di persone che vogliono lavorare e non distruggere quanto sino ad ora faticosamente costruito. Appare evidente che se metà del movimento ha abbandonato la sua guida, il fallimento, più che dell’alleanza, è proprio del movimento stesso».

Fronteddu ha ribadito gli intenti di proseguire il lavoro con Zente Nova e con le sei soggettività indipendenti fuoriuscite dal gruppo di Vincenza Sanna: «Forti del lavoro fatto finora, e supportati dalla ampia partecipazione dei cittadini alle nostre riunioni settimanali e alle iniziative come quelle sull’acqua, proseguiamo senza rimpianti il cammino verso la presentazione della lista e del programma amministrativo. Auguriamo a quel che resta del comitato buon lavoro e siamo felici che tutto ciò sia capitato adesso e non in una fase più avanzata, cosa che avrebbe potuto creare seri problemi».

Sulla stessa lunghezza d'onda Zente Nova, con un passaggio sulla «democrazia dei rapporti»: «Ricordiamo che da novembre scorso noi e Unione per Siniscola, nonché i Cittadini in movimento, ci siamo incontrati ogni giovedì (e continueremo a farlo) in riunioni aperte, pubblicizzate e condivise per discutere con i partecipanti il programma, le iniziative e le decisioni da prendere in assemblee presenziate da una media di quaranta persone per volta; che da queste riunioni sono scaturiti i gruppi di lavoro, cui ciascuno liberamente partecipa e ha partecipato; che ogni scelta è condivisa, compresa quella che porterà alla costruzione della lista. E, forse, è questo il problema. Nel momento in cui la rappresentanza di Cittadini in movimento è stata portata a conoscenza del fatto che, nel rispetto dei gruppi, anche le candidature avrebbero passato il vaglio dell’assemblea, qualcosa è cambiato. Evidentemente, le ambizioni personali son state messe a rischio dalla forma di democrazia più vera della quale ci vogliamo dotare: sarà l’assemblea, i cittadini che partecipano ai nostri incontri, a decidere la lista».


 

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