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È il siniscolese Gianluca Sotgiu «Il Peccatore» di Francesco Trudu

la pellicola sarà in programmazione dal 9 aprile nelle sale di Cagliari, Oristano, Tempio, Tortolì e Nuoro (solo il 14 aprile)

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Un talento siniscolese nel cast de “Il peccatore”, l'ultima creatura cinematografica del regista asseminese Francesco Trudu. La pellicola, ambientata in Sardegna agli albori del '900, è tratta dal romanzo “La madre” di Grazia Deledda, premio Nobel per la letteratura.
«Il Peccatore nasce dalla voglia di realizzare un film che parlasse di Sardegna, da qui l'idea di proporre un'opera della grande scrittrice Grazia Deledda». Sono le parole pronunciate dal padre del film; il regista fa un excursus sul percorso che ha condotto alla nascita dell'opera cinematografica e sul significato di quest'ultima: «poco più di un anno fa avevo assistito all'opera teatrale "La madre" appunto, portata in scena da Valentina Sulas, alla quale ho assegnato il ruolo di rappresentare la scrittrice. Ho capito subito che si trattava di una bella novella che sarebbe piaciuta anche ai giorni d'oggi, perché sempre attuale. Nel Peccatore ho voluto rappresentare sia la Madre che incarna la nostra coscienza, che ti richiama a non sbagliare ed evitare le tentazioni della debolezza umana, e sia la Madre oggetto di critica, perché porta il proprio figlio a farsi prete per garantirne la felicità e sistemazione. Lui però rinfaccerà alla madre che prendere i voti e farsi prete non era ciò che avrebbe desiderato fare».
È un ruolo particolare quello interpretato da Gianluca Sotgiu: l'attore indossa infatti le vesti di Don Paulo, il sacerdote legato da una forte passione ad Agnese (Chiara Fanti), giovane ed effimera bellezza che vive sola nella ricca tenuta familiare e contraccambia il sentimento. La relazione clandestina tra il religioso e la ragazza si dipana così in un percorso intricato, ostacolato dalla morale e dai continui conflitti interiori. Ad alimentare il tormento che consuma l'animo del prete c'è la madre (Rita Atzeni): accortasi delle fughe notturne di Paulo, tenta di redimerlo.

Gianluca ha 38 anni; la sua vita si divide tra Siniscola, Roma e Cagliari. «Ho iniziato a studiare recitazione nel 2002, studi che poi ho abbandonato per seguire l'altra mia passione, il volo. Sono un assistente di volo da ormai 15 anni. In questo periodo - prosegue - ho sempre cercato di frequentare degli stage che mi permettessero di mantenere viva la mia parte artistica ma non sempre è stato facile. Il lavoro non mi consentiva di fare molto. La crisi del momento, la cassa integrazione hanno risvegliato il desiderio e dopo un master class in doppiaggio ho deciso che dovevo riprendere. Attualmente studio recitazione a Roma con tra i più importanti registi ed attori del panorama italiano. Il percorso è lungo e difficile, ma io sono abituato ad inseguire i miei sogni e a realizzarli».

Per quanto concerne il ruolo interpretato, l'attore spiega che la figura di Don Paulo è distante dal suo vissuto: «il sacerdote ha seguito un percorso di vita non scelto da lui ma, appunto, dalla madre. Io ho avuto dei genitori meravigliosi che hanno saputo ascoltare i miei desideri e, seppur con difficoltà, hanno cercato di realizzarli. Quindi un conflitto che ho dovuto ricercare altrove, prendendo spunto da altri aspetti della vita. Ho anche parlato con un parroco del cagliaritano per cercare di capire meglio i "dettagli tecnici" del mestiere. È stata un' esperienza che mi ha ispirato diversi punti di riflessione».

Tra le scene memorabili annoverate da Gianluca «ce n'è una, già accennata, durante le riprese a Silanus: una donna anziana, simpaticissima, più volte ha richiesto di essere confessata da me. Ma quando ha capito che non avrei potuto, dopo diversi ciack ha riso tanto». Trudu ricorda invece «le celebrazioni della messa in Latino con i costumi dei primi del '900 a Silanus: alcune anziane signore hanno ringraziato per aver rivissuto una messa religiosa, riportandole indietro negli anni».

Il giovane artista siniscolese spiega inoltre di aver già lavorato con il regista de “Il Peccatore”: «l'ho conosciuto qualche anno fa. Mi propose un ruolo in un suo film, “The Hostage”, io avevo voglia di divertirmi e di mettermi alla prova e ho voluto giocare. Poi arriva “Il Peccatore”. Ancora volavo, quindi bisognava incastrare le riprese durante i miei giorni liberi. Ma la tenacia ci ha premiati e, tra un volo e l'altro, siamo arrivati all'ultimo ciack. Lavorare con Trudu è stato piacevole, divertente e contemporaneamente professionale». Sono parole che riflettono un sentimento di stima. Stima corrisposta dallo stesso Trudu che apprezza le qualità umane e professionali di Gianluca: «è una persona seria e precisa, ed è un vero piacere lavorare con lui perché è un attore versatile e riesce a calarsi magistralmente in ruoli differenti. Inoltre ha un'ottima dizione e questo fa di lui un professionista completo».

L'affiatamento è stato un vero e proprio collante per la realizzazione dell'opera cinematografica, ma non solo: «lavorare con Valentina Sulas (Grazia Deledda), Rita Atzeni e Chiara Fanti è stato bello e importante per il percorso artistico che sto intraprendendo. Sono brave attrici e si impara tanto dagli altri» spiega Gianluca.

Eloquente l'apprezzamento del giovane per la scrittrice Grazia Deledda: «racconta della sua Sardegna, che ama profondamente a tal punto da portarla a vincere Il Nobel per la letteratura. Lei è d'esempio, per la sua tenacia e determinazione. Anche da lontano ricorda la saggezza autentica, lo stile di vita di quella parte dei sardi dai quali ha conosciuto verità sincere».

I continui spostamenti non indeboliscono il filo che lega Gianluca alla sua terra: «amo la Sardegna, il mio paese, Siniscola che non dimentico mai di descrivere come una ridente cittadina ai piedi del Monte Albo e a 5 km dal mare».

 

 

 

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