Partecipa a SiniscolaNotizie.net

Sei già registrato? Accedi

Password dimenticata? Recuperala

Tra teatro, storia e poesia a bolu celebrata “Sa Die de sa Sardigna”

Condividi su:

I tre appuntamenti per celebrare “Sa Die de sa Sardigna” nati da una sinergia tra Amministrazione, Biblioteca, Istituto Oggiano e dalla compagnia teatrale To Kaos (con il contributo della Regione sarda) e proposti venerdì 9 e sabato 10 hanno riscosso un grande successo di pubblico. Venerdì sera nella piazzetta delle Grazie, con “Su bentu 'e sos ammentos”, è andata in scena la toccante storia di Maria Soddu di Bono, donna fattasi voce delle sofferenze del popolo sardo sotto l'oppressione feudale e offesa dalle brutali gesta dei miliziani anti-angioyani. Recitata in minima parte in italiano per poi far prendere il sopravvento al sardo nelle sue diverse pronunce, ha mostrato i drammi e le speranze dei pastori e dei contadini tra i versi del Mannu e le contraddizioni del parroco il cui animo reazionario vacilla davanti al sangue della sua gente. Un'ottima performance diretta da Monica Pusceddu che sancisce la professionalità della compagnia teatrale da anni attiva per mettere in scena non solo spettacoli ma anche messaggi. Sabato mattina presso l'aula magna dell'Istituto Oggiano dopo i saluti del dirigente scolastico, del sindaco Celentano e dell'assessore alla cultura Piero Carta, il professore Vittorio Sella ha fatto la sua lectio sui fatti dell'epoca partendo dalla tentata invasione della Francia rivoluzionaria fino agli avvenimenti che determinarono la cacciata del vice re Balbiano e dei funzionari piemontesi il 28 aprile del 1794. Subito dopo i poeti improvvisatori Giuseppe Porcu e Bruno Agus sono intervenuti in un insieme esplicativo fondato sulla costruzione dell'ottava rima e sul ruolo della poesia estemporanea nella difesa della lingua, con l'auspicio di un suo ingresso sempre maggiore nelle scuole. I ragazzi hanno anche consegnato i temi (istiu e ierru) ai due interpreti successivamente saliti sul palco e accompagnati dal tenore Montalbo. Nel pomeriggio i ragazzi del tecnico, diretti dalla regista Piera Calzone e reduci da un tour de force di soli sei giorni di prove, hanno proposto la pièce “Cando si tenet su bentu est pretzisu bentulare”. Irriverente serie di scene che hanno unito la storia alla moderna tecnologia (su tutte le comiche telefonate “cellulari” tra il re a Torino e il suo vice Balbiano a Cagliari), giri di walzer e tamburini di guerra, Noir desir e ballos a tenore dei Montalbo, “r” mosce francesi e orunesi. Passati in rassegna gli stamenti e il ruolo del clero nel mobilitare in chiave conservatrice le masse cagliaritane contro i giacobini, tra launeddas e devozione a Sant'Efisio. Fino alla cacciata del povero Balby (così chiamato da un re tutt'altro che preoccupato delle questioni isolane).

Condividi su:

Seguici su Facebook