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Siniscola non paga l'Imu agricola

Esentati anche i Comuni di Posada, Torpè e Lodè. Ma per Coldiretti non basta: «la Giunta si batta per l’estensione dell’esenzione a chi lavora la terra e a tutti i Comuni svantaggiati»

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Alla luce delle ultime decisioni prese dal Consiglio dei ministri in tema di Imu agricola, Siniscola, Posada, Lodè e Torpè risultano esenti dal pagamento dell'imposta in quanto Comuni montani. Nei Comuni parzialmente montani saranno esentati tutti i terreni di proprietà o affittati a imprenditori agricoli professionali e coltivatori diretti. Vengono così ribaltati i criteri contenuti nel decreto interministreriale del 28 novembre scorso che suddivideva i Comuni in tre fasce altimetriche esentando totalmente quelli sopra i 600 metri. Per Coldiretti si tratta di un primo risultato. Tuttavia, sostiene l'associazione di categoria, «la modifica va integrata e declinata alle caratteristiche della nostra regione» estendendo «l’esenzione a tutti i coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali, nonché a quei Comuni da sempre indicati come svantaggiati».


Di seguito il comunicato integrale diffuso sabato da Coldiretti:


«Il consiglio dei Ministri straordinario sull’Imu agricola tenutosi ieri ha mantenuto l’impegno di rivedere i criteri individuati per la delimitazione dei terreni agricoli, esentando tutti i comuni montani e favorendo i coltivatori diretti e gli imprenditori agricoli professionali; nonché quelli parzialmente montani se affittati a quest’ultimi.

“Una buona notizia che va nella direzione da noi auspicata come criterio generale – è il commento del presidente e del direttore regionale della Coldiretti Battista Cualbu e Luca Saba – nel particolare però – precisano – la modifica va integrata e declinata alle caratteristiche della nostra regione”.

Per questo i vertici della Coldiretti per bocca del presidente Cualbu si appellano alla Giunta regionale “affinché non abbandoni gli agricoltori e, proseguendo nella direzione tracciata dal ministro Martina, si attivi per il riconoscimento delle specificità della nostra isola e per l’estensione dell’esenzione a tutti i coltivatori diretti e agli imprenditori agricoli professionali, nonché a quei Comuni da sempre indicati come svantaggiati”.

Mantenendo questi criteri, infatti, continua il presidente carte alla mano “dei 331 comuni cosiddetti svantaggiati che con i vecchi criteri erano esentati dal pagamento dell’Imu, ben 113 adesso perderanno questo diritto. Con le nuove regole si verranno a creare purtroppo situazioni che possiamo definire anomale: i comuni di Sedilo e Ottana per esempio,  prima non pagavano perché zona svantaggiata, e ora invece pagano perché zona non montana. Allo stesso modo si vengono a creare diverse casistiche dove paesi confinanti hanno un trattamento diverso: è il caso di Borutta (che ora paga) e i confinanti Thiesi o Bessude (che sono esenti)”.

“Questo comporterebbe un ulteriore svantaggio non indifferente alla nostra agricoltura – continua il direttore Luca Saba -. La Sardegna è un’isola è in quanto tale gli devono essere riconosciute le sue peculiarità. Con un ulteriore balzello comprometteremmo ulteriormente il mondo delle campagne e non aiuteremmo sicuramente i giovani che guardano con simpatia ed idee innovative a questo settore strategico per il rilancio della nostra economia”. 

Per questo “ci appelliamo alla Giunta regionale affinché si batta per l’estensione dell’esenzione Imu a tutti coloro che lavorano la terra e a tutti i Comuni svantaggiati, favorendo in questo modo – concludono Cualbu e Saba – non solo il comparto e l’economia isolana ma l’intero territorio che altrimenti rischierebbe di essere abbandonato e lasciato all’incuria soprattutto in quei territori marginali, con conseguenze oltre che ambientali anche sociali e culturali”».


Nella tabella (a cura dell'associazione di categoria) la suddivisione tra Comuni gravati dall'imposta e Comuni esenti.


 

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