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Riforma Enti locali, Celentano: «È centralistica e marginalizza le zone svantaggiate. La Provincia di Nuoro convochi i sindaci»

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Dopo aver espresso il proprio sostegno alla proposta della provincia tirrenica, il primo cittadino siniscolese Rocco Celentano è nuovamente intervenuto sul tema del riassestamento della struttura istituzionale regionale. «Il cuore della riforma sono le Unioni di Comuni. Intorno a questo ambito territoriale si muovono i Comuni (che vengono toccati dalla riforma solo in modo marginale) e le Provincie (fortemente private di funzioni, funzioni che vengono riallocate fra Unioni dei Comuni, Comuni e in modo limitato Regione). Alle Unioni di Comuni viene conferita la personalità giuridica e lo status che ad oggi viene riconosciuto in modo molto blando (direi quasi nullo) dal T.U. degli EELL (d.lgls 267/2000). Le provincie subiscono con questa proposta un ridimensionamento importante. La riforma è abbastanza ordinata. Rispetta con molta precisione la riforma Del Rio. È ben chiaro, però, stante alla lettura della proposta, che non è una rivoluzione. Credo che si tratti  di ciò che la politica consente di fare in questo momento. Riterrei questa fase (non la chiamerei riforma, semmai una fase della riforma) accettabile senza indugio se vi fosse un’istruttoria politica un po’ più compiuta su ciò che ci sarà dopo».

Quanto al giudizio, Celentano ha parlato di «visione della riforma dal chiaro sapore centralista». Secondo il sindaco «c'è una Regione che decide sempre e che quindi ha bisogno di enti intermedi per attuare le decisioni. In tale visione, per mantenere saldo il controllo dei processi, la Regione focalizza la propria attenzione sull’efficienza e l’economicità dell’architettura istituzionale, trovandosi costantemente a ordinare e riordinare gli enti intermedi territoriali».

La proposta è quindi quella di un federalismo interno costruito attorno ai Comuni che devono essere visti come «il fulcro dell’azione amministrativa»: «in questa visione – ha aggiunto Celentano – i Comuni diventerebbero centri di costo del bilancio regionale; in altri termini, pezzi del bilancio regionale vengono destinati ai Comuni in modo certo e inequivocabile per le funzioni attribuite, lasciando ai Comuni stessi la libertà (cioè l’elasticità) di compilare il proprio bilancio con le entrate proprie tributarie. La Regione programma e controlla, i Comuni attuano, in forma singola o aggregata a seconda della dimensione economicamente efficiente. In una prospettiva ancora maggiore, in questa seconda visione gli enti intermedi (oltre alle funzioni aggregate delegate alle Unioni) sono settoriali con ricaduta territoriale (ASL, Consorzi Industriali, Enti Agricoli)».

E se a Nuoro è scontro tra il consigliere regionale Roberto Deriu (già presidente della Provincia) e l'attuale sindaco Andrea Soddu circa il protagonismo del centro barbaricino nei pressing su Cagliari, dalla Baronia Celentano ha lanciato l'appello all'«unità istituzionale dei sindaci per rivendicare alla pari di Cagliari, di Sassari e la Gallura, un ruolo centrale nell'ambito della riforma. Diversamente si assisterà inermi all'agonia economica del territorio».

Secondo Celentano, questa riforma «così come disegnata concentra tutto su Cagliari e marginalizza ancor di più le zone più svantaggiate. La Provincia di Nuoro promuova un'assemblea dei Sindaci e degli operatori economici, per svolgere un dibattito che metta al centro l'importanza e il ruolo del territorio di Nuoro».

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