Una consuetudine che non fa perdere le sue tracce, rinnovandosi con successo anno dopo anno: è su Peti Cocone. Usanza popolare profondamente legata alla ricorrenza che commemora i defunti, assume nomi differenti a seconda dei vari centri ma rivive sotto radici comuni. Questuare per i morti, onorarli secondo i propri intimi valori, siano essi costruiti sulla fiamma del ricordo o sulla dimensione della fede.
Così, anche quest'anno, i profumi autunnali hanno incorniciato il perpetuarsi di una valorizzazione culturale che travalica l'età e unisce, in una fitta maglia di cooperazione sociale, tutte le componenti generazionali.
Protagonisti assoluti i bimbi: alcuni con la federa in spalla, altri muniti di zainetto o busta, hanno rallegrato strade e case con i loro colori e la squillante parola d'ordine: «Peti Cocone!». Parola che ha sortito immediata risposta e un caloroso abbraccio fatto di piccoli e significativi doni che comitati, commercianti e privati cittadini hanno generosamente elargito.
Numerose mani, giovani e meno giovani ma ciascuna con una storia da raccontare, hanno contribuito a rendere speciale la giornata. E tra le tante spiccavano quelle segnate dal tempo e dalla saggezza: sono le mani degli anziani, i bimbi di ieri, i custodi di un passato che rivive negli occhi lucidi di ricordi e valori.
Variegata la composizione dei doni. Leccornie tipiche e non, giocattoli, cancelleria, frutta e non solo: tra un grazie e, in diversi casi, un tenero sguardo riconoscente che ha colmato una silenziosa timidezza, i giovani questuanti hanno lasciato anche quest'anno la propria impronta nel sentiero della tradizione.