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Cappellacci, stop abitabilità seminterrati. Il FIU: “modo sbrigativo per lavarsi la coscienza e continuare a supportare l'edilizia selvaggia”

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Scantinati trappole mortali. Ne sa qualcosa la Sardegna, vittima e spettatrice dei numerosi lutti appartenenti al devastante capitolo Cleopatra. Ferite difficili da curare.

La Giunta regionale ha approvato un disegno di legge per impedire l'abitabilità dei seminterrati (quest'ultima consentita, secondo il consigliere del PD Sanna, da “una delibera della Giunta Cappellacci”). Ad esprimersi sulla questione anche il Fronte Indipendentista Unidu, che in una nota spiega:

“Nei seminterrati non si dovrebbe mai abitare, a maggior ragione in zone alluvionali. E questo non lo sappiamo da oggi. Il problema infatti non è nuovo. Che nessuno si sorprenda, dunque. Quello che è successo in Sardegna il 18 novembre scorso era prevedibile. Una delle cause più pesanti, come spesso accade, è anzitutto l'edificazione senza permessi cui segue la pratica del condono. Un danno a cui si intrecciano anche storie di ampliamenti illegali e cambi di destinazione d’uso. Sul tema la Giunta regionale sarda ha approvato ieri un disegno di legge, a breve al vaglio del Consiglio regionale, che eliminerà la possibilità di destinare a funzioni abitative i seminterrati. Come al solito non si prendono in considerazione le cause dell'accaduto, ma si tenta di curarne superficialmente gli effetti: anziché evitare sanatorie dissennate nelle aree ad alto rischio esondazione si decide di non concedere l'abitabilità agli scantinati. Un modo sbrigativo per lavarsi la coscienza e continuare a supportare l'edilizia selvaggia. Ma una cosa è certa: in queste aree non si dovrebbe proprio costruire. Il reale problema da risolvere è allora l'alluvione di "cemento" e il consumo del territorio frutto dell'assenza di una pianificazione territoriale "costruttiva". Il Fronte Indipendentista Unidu non intende avallare questo modello d'insediamento, e pertanto auspica un cambiamento di rotta per il futuro della Sardigna. Un mutamento che, tracciando un solco rispetto a un passato fatto di errori, tronchi la tendenza all’aumento della cementificazione e del consumo indiscriminato del suolo.”

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