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Esercitazioni militari, calendarizzate le attività di dicembre. Oggi a Capo Frasca la manifestazione convocata da “A Foras”

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Continuano le esercitazioni militari sui mari della Sardegna e, con esse, le ordinanze di sgombero della Capitaneria di porto di Olbia competente per l'omonimo circondario marittimo che va da Punta Bados (Golfo Aranci) a Capo Monte Santu (Orosei).

Tali ordinanze (reperibili anche sull'Albo pretorio del Comune di Siniscola) sono emesse su richiesta del Comando del Poligono sperimentale e di addestramento interforze “Salto di Quirra” dell'aeronautica militare al fine di «consentire lo svolgimento delle attività pianificate».

Se con la n°59 (parzialmente rettificata dalla n°71)è stato reso noto il calendario delle esercitazioni dei mesi di ottobre e novembre, con la n°69 (del 15 novembre) sono state pianificate quelle di dicembre. Questi i giorni (dalle 8:00 alle 18:00) nei quali «è vietata la navigazione, l'ancoraggio, la pesca ed i mestieri affini»: giovedì 1; venerdì 2; lunedì 5; martedì 6; mercoledì 7; venerdì 9, Lunedì 12; martedì 13; mercoledì 14; giovedì 15; venerdì 16; lunedì 19; martedì 20; mercoledì 21; giovedì 22; venerdì 23.

Per compensare le mancate giornate di lavoro imposte dalle attività militari sono previsti gli indennizzi: nel recente passato si sono registrati alcuni ritardi nell'erogazione dei fondi causando le proteste dei pescatori di La Caletta.

Nel mese di ottobre circa cento imbarcazioni di pescatori avevano bloccato le esercitazioni in un altro poligono, a Capo Frasca, nell'oristanese. «Liberate i nostri cieli, ripulite i nostri mari», questo uno degli slogan apparsi durante la protesta.

Sempre a Capo Frasca, per la giornata di oggi, è prevista una manifestazione organizzata da “A Foras”, movimento sardo contro l'occupazione militare. «La Sardegna si legge nel comunicato – si trova ad essere complice di una macchina bellica che sta funzionando a pieno regime e i cui risultati sono sotto gli occhi di tutti ogni giorno. Per questo ‘A Foras’ si batte per la chiusura delle basi militari, per le bonifiche e per la restituzione delle terre alle comunità locali. Manifestiamo per dire NO alla guerra, per dire basta all’uso della Sardegna per la produzione e sperimentazione di armi che avvelenano la terra, per ostacolare il perfezionamento di una macchina bellica che va sempre più a colpire civili innocenti, ospedali, scuole in tutto il Mondo».

 

 

 

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