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Referendum costituzionale, seggi aperti fino alle 23.00

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Sì o No. Si potrà votare oggi, dalle 7.00 alle 23.00, per confermare o bocciare il testo della riforma della Costituzione approvato dal Parlamento inerente la modifica di 47 articoli. Questo il quesito che sintetizza l'insieme delle disposizioni:

Approvate il testo della Legge Costituzionale concernente “Disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle istituzioni, la soppressione del CNEL e la revisione del titolo V della parte II della Costituzione”, approvata dal Senato della Repubblica, in seconda deliberazione, nella seduta del 20 gennaio 2016, e dalla Camera dei deputati, in seconda deliberazione, nella seduta del 12 aprile 2016, il cui testo è stato pubblicato nella Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana – serie generale – n. 88 del 15 aprile 2016?

Sono comunque diversi i temi del disegno di legge che sarà sottoposto a parere popolare, non essendo stata raggiunta la maggioranza parlamentare dei 2/3 in sede di approvazione.

Se dovessero essere confermate le disposizioni del testo riformato (se, quindi, dovesse vincere il sì) non avremo più un Senato eletto dal popolo a suffragio universale (sarà soppresso l'art. 58).

I senatori passeranno da 315 a 100 e, di questi, 95 saranno espressione delle istituzioni territoriali. Siederanno negli scranni di Palazzo Madama 21 sindaci (uno per regione ad eccezione del Trentino che ne indicherà uno per ciascuna Provincia autonoma) e 74 consiglieri regionali (minimo due per regione in proporzione alla popolazione e ai voti ottenuti dai partiti).

Sarà un Senato che non voterà la Fiducia ai governi, le leggi ordinarie e quelle di bilancio. Si potrà esprimere sui progetti di legge approvati dalla Camera dei deputati e proporre modifiche entro 30 giorni. «Qualora il Senato della Repubblica – si legge nel testo – non disponga di procedere all’esame o sia inutilmente decorso il termine per deliberare, ovvero quando la Camera dei deputati si sia pronunciata in via definitiva, la legge può essere promulgata».

L'intento dei promotori della riforma è quello di farne una camera con «funzioni di raccordo tra lo Stato e gli altri enti costitutivi della Repubblica». Ed è proprio il rapporto tra Stato e Regioni l'altro tema principale emerso durante il dibattito. Con la riforma del Titolo V diverse materie (ambiente, gestione di porti e aeroporti, trasporti e navigazione, produzione e distribuzione dell’energia, politiche per l’occupazione, sicurezza sul lavoro, ordinamento delle professioni) torneranno sotto la competenza esclusiva dell'amministrazione centrale. Inoltre, «su proposta del Governo, la legge dello Stato può intervenire in materie non riservate alla legislazione esclusiva quando lo richieda la tutela dell’unità giuridica o economica della Repubblica, ovvero la tutela dell’interesse nazionale».

Previste, dai promotori della riforma, anche l'abolizione del Cnel (organo con funzione consultiva in tema di legislazione sull'economia e il lavoro) e nuove regole circa gli istituti di democrazia diretta. Per quanto riguarda i referendum abrogativi il quorum rimane al 50% più uno degli aventi diritto, ma se si raccoglieranno 800mila firme e non 500mila (come attualmente previsto) basterà il 50% dei votanti all’ultima tornata elettorale. Triplicheranno invece (da 50mila a 150mila) le firme richieste per la presentazione di disegni di legge d’iniziativa popolare.

Ai fini della validità di questo tipo di referendum non è previsto un numero minimo di votanti (quorum). La legge sarà promulgata se i Sì prevarranno sui No.

 

 

 

 

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