L’inverno si accinge ad entrare nel suo ultimo mese e nel territorio è già tempo di bilanci in previsione dell’imminente primavera e della successiva stagione estiva. L’incubo di una nuova crisi nell’erogazione idrica, con razionamenti e rifornimenti tramite autobotti, va di pari passo con lo stato attuale delle precipitazioni, ritenute insufficienti dai cittadini e dagli agricoltori della Baronia.
Le piogge degli scorsi giorni hanno portato un po' di linfa nelle campagne, ma ancora non basta. Inoltre, quanto avvenuto nelle scorse giornate aggiunge una serie di interrogativi sulla gestione della risorsa contenuta nell’invaso di Maccheronis, a Torpè. Gli indicatori fissati dal piano regionale di laminazione, legati alle condizioni di sicurezza dell’area, hanno determinato la decisione di riversare a mare circa 400mila metri cubi al giorno: per il mese di febbraio è infatti disposto che possono essere contenuti soltanto 12 milioni di metri cubi contro i 18 registrati.
Una decisione che non è stata accolta bene dalle comunità coinvolte, se si pensa che d’ora in avanti il pericolo alluvionale dovrebbe essere minore rispetto all’autunno (almeno in teoria), e che i lavori di ampliamento della diga non sono ancora conclusi a causa di un contenzioso con l’impresa appaltatrice.
Accoglimento non favorevole neppure da parte dei sindaci dei Comuni più prossimi all’invaso e al fiume: Torpè e Posada. Omar Cabras e Roberto Tola, dopo aver incontrato il prefetto nuorese Carolina Bellantoni, saranno convocati a Cagliari nella giornata di domani dall’assessore regionale dei Lavori pubblici: obiettivo dei primi cittadini quello di ottenere una deroga, e quindi di far anticipare al mese corrente i livelli previsti per quelli successivi.
«Spero che in quella riunione – ha dichiarato il sindaco siniscolese Gian Luigi Farris – possa prevalere il buon senso e venga annullata la decisione di buttare a mare l'acqua necessaria per l'approvvigionamento idrico irriguo e potabile dei nostri territori. Non è accettabile continuare a vivere nell'incertezza e nella paura dell'emergenza idrica anche quando si avvicinano le soluzioni per arginarla. Sembra che qualcuno si sia dimenticato della tragica situazione vissuta fino a qualche mese fa, quando, giorno per giorno, pensavamo che stessero per finire anche le scorte dell'acqua potabile. La realtà è che stiamo affrontando la peggiore siccità degli ultimi decenni, e continuiamo a fare i conti con i danni causati alle nostre popolazioni, soprattutto alle aziende agricole e al comparto turistico».
Farris ha inoltre ricordato che, «per la penuria di acqua nella diga del Maccheronis, fino a qualche settimana fa è rimasta chiusa la rete di distribuzione irrigua di tutto il comprensorio. Abbiamo supplito a questa emergenza, anche con l'aiuto della Protezione civile, con alimentazione idrica delle aziende agricole e persino di tante case sparse tramite il servizio di autobotti. Non dimentichiamo le turnazioni orarie e il servizio sostitutivo fornito dalle autobotti anche per i centri abitati di Siniscola, La Caletta e Santa Lucia».
«Ora – ha concluso il sindaco siniscolese – se è vero come è vero che gli indicatori dell'invaso del Maccheronis corrispondono attualmente ad una condizione ancora difficile nella prospettiva del fabbisogno estivo, non si capisce davvero la scelta di svuotare la diga. In una condizione climatica di forte riduzione delle precipitazioni, non ci possiamo permettere di sprecare risorse idriche preziosissime».
Anche Daniela Forma, consigliera regionale del Pd che sul tema ha depositato un’interrogazione indirizzata al presidente Pigliaru e all’assessore competente, ha fatto il punto della situazione in riferimento al monitoraggio della siccità: «Si è registrata complessivamente, al 31 Gennaio 2018, una condizione di “Livello di pericolo” (allerta) con un valore dell'indicatore pari allo 0,18. Una situazione quindi alquanto critica se si pensa che la forbice che individua una condizione di “allerta siccità” oscilla tra lo 0,15 e lo 0,3 e che ci troviamo nel pieno della stagione invernale. La questione – ha proseguito Forma – risulta ancor più delicata se focalizzata sull'invaso del Maccheronis, a servizio dei Comuni di Posada, Torpè, Siniscola, San Teodoro e Budoni. Questi Comuni, a forte vocazione agricola e turistica, sono stati interessati i mesi scorsi da importanti restrizioni dell'acqua per uso irriguo e l'indicatore di stato dell'invaso del Maccheronis al 31 Gennaio 2018, a testimonianza della condizione preoccupante di allerta siccità, risultava al di sotto della media regionale e corrispondente allo 0,16. Risulta quindi difficile comprendere l'opportunità della scelta di versare a mare quantitativi di preziosa acqua a seguito di qualche giornata di pioggia».