Franco Floris, classe 1965 e geometra Asl, è un nome noto della politica siniscolese: assessore all'urbanistica nelle due giunte Pau (vicesindaco nell'ultima), è l'artefice del Piano urbanistico comunale che, come da lui stesso riferitoci «è ancora inspiegabilmente chiuso in un cassetto». «Una sua approvazione definitiva due o tre anni fa avrebbe garantito ad oggi quello sviluppo alberghiero che non c'è e che avrebbe rigenerato l'intera città. Parlo di alberghi di piccole dimensioni con massimo 180 posti letto e non di villaggi turistici», ha precisato.
È candidato con l'Udc per riconfermare Cappellacci. «Ma oggi – ha puntualizzato – la politica è cambiata. È vero che i partiti e le coalizioni esistono ancora ma quel che conta è la rappresentanza territoriale. A prescindere dal colore politico». Un appello, neppure tanto velato, affinché «i siniscolesi votino gente del posto». Siniscola non esprime un consigliere da quando Silvestro Ladu è divenuto senatore nel dicembre 2011 (fino alla fine di quella legislatura, agli inizi del 2013).
Ma oltre al Puc Floris rivendica le proposte inerenti alla fiscalità di vantaggio e la questione trasporti. Sul primo punto «parlavo di zona franca in tempi non sospetti, ora tutti hanno questo argomento in agenda». Una zona franca che però è articolata in «punti franchi portuali e industriali, unica via per creare lavoro». Sui trasporti Floris equipara il mare a una «grande autostrada». «Chi va in Italia o chi viene qui, deve spendere la stessa cifra necessaria a ricoprire gli stessi chilometri sulla terraferma».